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30 settembre al Teatro Verdi   
Lear/ Del conflitto generazionale al Verdi

Lear/ Del conflitto generazionale al Verdi


In occasione del Premio Off#4, in scena la regia collettiva dei gruppi Empusa Teatro, Accadueò Non Potabile e Itineris Teatro incentrata sul conflitto generazionale tra giovani e vecchi.


In ‘Lear/Del conflitto generazionale’ più occhi luminosi emergono dall’oscurità per affrancarsi dai luoghi comuni: l’atto politico che vede i giovani sostituirsi ai vecchi s’inceppa, si sgretola, così come il regno d’Inghilterra diviso tra le forze ingrate delle figlie Goneril e Regan. Non c’è unità sostanziale, l’ombra di Edgar/Enea, simbolo della pietas filiale, incombe sul padre reso cieco dalla stoltezza e infine dal potere. «Muffa/mio padre è muffa/il mio governo è muffa», profferisce con ardore il bastardo di Gloucester, interpretato da un polimorfico Jacopo Giacomoni, il futuro potrà essere ottenuto solo per «diritto d’intelligenza». Sono come Empusa, il mostro mitologico delle Rane di Aristofane, in perenne movimento: questi giovani, incapaci di attese, subentrano alla violenza della tempesta, subentrano alle furie naturali nel giudicare il tempo della fine: non c’è spazio per la vecchiaia, per le barbe bianche, assenti nell’esecuzione scenica. Elisa Stagni e Manuela Ortolan di Itineris Teatro bacchettano e irridono il padre dopo avergli proclamato amore eterno: solo il Buffone, interpretato da Elena Ajani, ha colto il nocciolo, la «rinuncia al potere» porta al nulla. Il testo shakespeariano, snellito dall’intervento dei drammaturghi Marco Gnaccolini e Jacopo Giacomoni, viene alleggerito dalle figure dei coreggenti per reggersi infine sul nucleo fondamentale del conflitto generazionale: significativo è il fatto che a portarlo in scena sia un gruppo composito di ragazzi di massimo trent’anni, giovani orbitanti intorno alla Facoltà di Design e Arti dello Iuav, facenti parte di tre diverse compagnie, Empusa Teatro, Accadueò Non Potabile e Itineris Teatro. Il loro è stato un «travaglio» che ha dato alla luce un progetto legato alla stagione del Teatro Aurora: l’associazione ‘Questa Nave’ ha concesso loro l’uso degli spazi e della struttura organizzativa e questa occasione ha dato il via alla partecipazione al bando del Premio Off#4, con la selezione a finalisti su altre settantanove proposte. Una scenografia essenziale, con un gioco di luci mirato all’esaltazione dei singoli personaggi, divisi tra esigenze di monologo e di iterazione drammatica, si è configurata come lo spazio ideale per i costumi e la grafica sui marroni, sui colori della muffa. C’è degrado, le sedie si rovesciano a terra: nessuno può resistere sul trono, marcette col sassofono e canti disperati accompagnano la malinconia del futuro. Chi sa cosa ci aspetta? La regia collettiva a cura di Alessia Cacco, una sconsolata Cordelia, e di Tatjana Motta ha fatto risaltare un Re Lear colto nelle sue debolezze, privo del potere delle figlie: Vincenzo Tosetto, con una giacca dal rovescio inquietante e scabroso, comprende solo alla fine lo scacco, il passaggio di mano della corona. Solo i matti si salvano, solo i matti riescono a girare la ruota della Fortuna.

Camilla Bottin

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122 q 0,175 sec