Making Sense. Artisti + Makers
5 Dicembre 2015Making Sense mira ad indagare le interazioni tra il linguaggio dell’arte contemporanea e un tema quanto mai attuale, la nuova artigianalità e le pratiche ad essa connesse, di cui sono figura chiave i makers, facendo tesoro del contesto territoriale in cui si opera, ricco di storia e testimonianze artistiche, ma anche di spirito di impresa, attività di ricerca, desiderio di sperimentazione.
Uno dei fenomeni più caratterizzanti della fase economica, tecnologica e sociale che stiamo vivendo, consiste proprio nel prepotente riemergere dell’istanza do it yourself, letteralmente “fattelo da solo”, con aspetti profondamente rinnovati. Il campo primo e ancora più evidente dove ciò avviene è il cosiddetto Web 2.0, in cui il fruitore non è solo un consumatore passivo, ma si attiva in prima persona in qualità di produttore di contenuti.
A partire dai flussi digitali online questa tendenza alla partecipazione diretta si è riversata anche nella realtà materiale offline: dalla diffusione delle stampanti 3D alla prototipizzazione rapida grazie agli hardware liberi, dalle nuove concezioni di grafica e di editoria sino alle sperimentazioni nel design e nella manifattura, tali pratiche rimettono in gioco una dimensione artigianale del fare rinnovata da possibilità e connessioni inedite, attuando nuove ed interessanti modalità di trasformazione creativa, economica, sociale.
Da questo contesto provengono i makers, nuovi artigiani digitali, il cui modus operandi è fortemente caratterizzato dalla filosofia do it yourself ed open source, la condivisione di saperi ai quali chiunque può liberamente attingere contribuendo con modifiche e implementazioni, così da produrre valore aggiunto.
Il progetto espositivo Making Sense è il tentativo di porre assieme, in collaborazione, due ambiti creativi, che finora si sono quasi del tutto ignorati: artisti e makers. È possibile che la loro collaborazione faccia luce sulle pratiche degli uni e degli altri? È possibile che questo ponte dischiuda al nostro sguardo prospettive inedite, che contribuiscano a dare senso all’esperienza del contemporaneo?
Prendendo dunque le mosse da questo terreno comune, i curatori hanno scelto di attivare ardite e sperimentali collaborazioni tra cinque artisti contemporanei, i cui linguaggi espressivi vanno dall’installazione alla scultura, dalla ricerca sonora al digitale, che sono Francesco Bertelé, Roberto Fassone, Kensuke Koike, Laurina Paperina e Elisa Strinna, e tre realtà maker italiane: Friends Make Books (Torino), Lumi Industries (Treviso), Recipient.cc (Milano).
L’esposizione mette in mostra i lavori che sono il risultato della suddetta collaborazione tra artisti e makers, articolandosi però anche come percorso di riflessione critica sulle tematiche del progetto. Alcuni lavori sono accompagnati da una documentazione che permetterà di approfondire la conoscenza delle fasi progettuali.
Inoltre un’intera sala della mostra mette a disposizione dei visitatori una stampante 3D, tecnologia esemplificativa del mondo dei makers, invitandoli a farne esperienza diretta.
A marzo 2016, ultimo mese di apertura della mostra, si aprirà un dibattito pubblico sui temi e sui problemi sollevati, ospitando una serie di eventi.
Nelle storiche sale di Palazzo Pretorio, a Cittadella (PD), un ciclo di incontri e conferenze vedrà succedersi gli interventi di esperti, professionisti e studiosi di chiara fama per sviluppare, discutere e rivedere gli spunti offerti dal progetto da un punto di vista estetico, economico e sociale, tramite un’interazione proprio con l’allestimento
Questi appuntamenti e dibattiti, che saranno condotti secondo modalità rigorose e aperte, ambiscono a divenire punto di riferimento per gli specialisti e a offrire al cittadino curioso una relazionalità cordiale e comunicativa. Tutti gli incontri si svolgeranno presso Palazzo Pretorio alle ore 20:30, alla presenza dei curatori del progetto, Guido Bartorelli, Caterina Benvegnù e Stefano Volpato, che discuteranno con l’ospite le tematiche della mostra, riflettendo in particolare sulle tecnologie divenute economiche e pertanto per tutti; sul fatto che i nativi digitali escono finalmente dallo schermo per praticare una nuova manualità; sulla ridefinizione del ruolo e dell’identità dell’arte in mezzo a tanta creatività amatoriale.
Programma:
10 marzo – Il primo appuntamento con Domenico Quaranta, docente universitario, curatore e critico d’arte, autore di numerose pubblicazioni, tra le quali Media, New Media, Postmedia
Il 17 marzo, invece, il programma prevede l’appuntamento con Stefano Micelli, docente di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e autore di numerose pubblicazioni, tra le quali Futuro artigiano. L’innovazione nelle mani degli italiani
Il 24 marzo Making Sense incontrerà i docenti e gli studenti dell’Istituto Tecnico Superiore Meccatronico di Vicenza, che hanno presentato i propri progetti alla Maker Faire
Il 31 marzo sarà la giornata di presentazione del saggio-catalogo Making Sense, edito da CLEUP, che accompagnerà la mostra proponendo approfondimenti sui temi scientifici del progetto, grazie a interventi di curatori, lasciando comunque un importante spazio all’esame critico dell’opera degli artisti coinvolti. Ne discuteranno con i curatori Fabio Cavallucci, direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci – Prato e Fulvio Chimento, curatore e critico d’arte, autore del volume “Arte italiana del terzo millennio” (Milano – Udine, 2013).
Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione Palazzo Pretorio Onlus, con il contributo del Comune di Cittadella e della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, patrocinato dal Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi Di Padova e con il e con il contributo di Metalservice S.p.a.
Inoltre vanta del prezioso media partnership di Lega Nerd.