



Cucù
Pubblicato il 23 Gennaio 2018Il terzo appuntamento di Il Teatro per le Famiglie 2017/2018 con uno spettacolo del Centro di Produzione veneto firmato Ketti Grunchi che indaga il meccanismo della risata nella primissima infanzia.
L’evento è organizzato in occasione di Small Size Days, festival annuale della rete internazionale Small Size che promuove il diritto alla cultura dei bambini e delle bambine fin dalla prima infanzia.
CUCÙ è lo spettacolo prodotto da La Piccionaia e dedicato a un pubblico molto speciale: i bambini da 1 a 5 anni.
Lo spettacolo è la prima tappa del nuovo percorso di ricerca dell’autrice e regista della Piccionaia Ketti Grunchi, dedicato non solo alla prima ma anche alla primissima infanzia. Una direzione che trova eco, in ambito italiano e ancor più europeo, in una serie di esperienze di livello artistico spesso altissimo, incentrate sullo sviluppo di una dimensione teatrale costruita su misura per i piccolissimi nell’età del nido.
Ed è proprio una parola che viene dal gioco a dare il titolo al lavoro: una delle prime che si usano per comunicare con i bambini e che significa ci sono, non ci sono più…, ritorno!.
Una parola magica, insomma, che esprime proprio nel gioco l’emozione dell’assenza che si alterna con la gioia e del ritrovarsi. Ridere è una cosa seria – spiega Ketti Grunchi -. Si ride quando si gioca, si ride per il solletico, oppure per un rumore. Fa ridere una parola, oppure quelli che cadono… Fanno ridere i piedi che si muovono dietro là, e poi la faccia della mamma che si trasforma e le mani che raccontano. Fa ridere chi va via e poi ricompare: “Cucù! Una mano, un sorriso, una scatola, una tazzina… Una scarpa? Un foglio di carta… un amico.
In scena, le due giovani attrici Francesca Bellini e Aurora Candelli – già dirette dalla Grunchi, che non saranno tuttavia le sole a salire sulle tavole del Teatro Ferrari: lo spettacolo prevede infatti che i piccoli spettatori con i loro genitori assistano non dalla platea ma, grazie al numero massimo di 60 partecipanti, nella dimensione più raccolta e intima del palcoscenico.

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