Casa degli Specchi + Castello Carrarese

25 Novembre 2013

Non possiamo parlare di persone ma di ombrelli, di cappotti e di stivali, per un vero e proprio infagottamento culturale: il nuovo itinerario proposto dalla rassegna ‘Spettacoli di mistero’ si è svolto sotto una pioggia insistente e un freddo disarmante. Nonostante il disagio causato dal maltempo non si contavano assenze e all’ombra del gran nome di Tito Livio, secondo la leggenda il Primo Proprietario del terreno su cui è stata poi edificata nel 1501 Casa degli Specchi, il gruppetto si è affacciato con il naso appena appena fuori dal riparo sicuro dei portici di via Vescovado per osservare l’imponente facciata del palazzo cinquecentesco: la struttura che salta all’occhio per la sua rientranza rispetto ai colonnati circostanti è caratterizzata da splendidi tondi marmorei policromi così simili per forma ed aspetto a superfici riflettenti. Si dice che abbiano la funzione di amuleto, di difesa dalle energie negative: ma dove sono finite poi, in un panno assorbente? Sempre secondo dicerie, tra il ‘detto/non detto’ dei padovani timorosi, nella casa a sinistra, di epoca medievale, ormai disabitata e apparentemente senza proprietari viventi, si aggirano strane presenze, tra cui il fantasma di un’anziana scarmigliata e di una bambina con la bocca cucita: è il risultato forse dell’operazione di restauro che ha comportato lo spostamento della tabaccheria dall’altro lato della strada? Volti maligni si sono intravisti tra le finestre, azioni sconsiderate senza un perchè hanno coinvolto una ragazza che si è trovata penzoloni al secondo piano, in procinto di lanciarsi nel vuoto, in mezzo alla strada. Misteri? Senza una risposta certa alle leggende – che obiettivamente vivono di incertezze – l’itinerario è proseguito fino alla Torlonga, la torre maggiore del Castello Carrarese edificata nel 1242 da Ezzelino III da Romano detto il Tiranno. L’accesso tramite l’ala est grazie al responsabile del progetto di restauro ha permesso ai visitatori di scorazzare per la corte e di far scorrere gli occhi sul perimetro quadrato della struttura, attualmente in fase di ripristino artistico. La funzione della Torlonga, poi diventata osservatorio astronomico con il nome di Specola, era essenzialmente quella relativa a un luogo di tortura e di reclusione: ancora oggi – si narra – figure spettrali luminose associate allo stridore delle catene e a flebili lamenti vagano per le sale. Sì, sono persone che hanno sofferto, la crudeltà del tiranno non aveva limiti: con l’accenno a torture inusitate come quella dello stivale o della culla di Giuda il pubblico rabbrividiva e non di certo di freddo. Possiamo solo piangere per gli innamorati: Sarpendone, ex combattente di Ezzelino e la sua amante, la bella Selvaggia, moglie del tiranno, una volta scoperti non hanno ricevuto nessuna forma di pietà. Anzi si racconta che Ezzelino provasse un particolare piacere alla vista della sofferenza, come quella volta a Prato della Valle con altri diciotto condannati. Una visita suggestiva che ha svelato quello che era nascosto ai più, ignoto.

Camilla Bottin