Giornata mondiale per l’Epilessia

1 Febbraio 2016 By Valentina

Oggi alle ore 17.30 l’AICE Padova (Associazione Italiana
Contro l’Epilessia), presieduta dal Dott. Stefano Bellon, in collaborazione con LICE Veneto, promuove l’iniziativa della Giornata mondiale per l’Epilessia illuminando di viola Palazzo e Bo e Palazzo Moroni.

Al momento dell’accensione saranno presenti davanti Palazzo Moroni il Magnifico Rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto, il Prefetto Patrizia Impresa, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Antonio Finotti, il consigliere comunale Maria Luisa Nolli, il presidente di AICE Padova Stefano Bellon.

La Giornata Mondiale per l’Epilessia, nota come Purple Day è la giornata dedicata ad aumentare la consapevolezza riguardo l’Epilessia. L’8 Febbraio molti paesi del Mondo vestono di viola alcuni eventi impegnandosi inoltre con iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere fondi da destinare alla ricerca. 125 Paesi nel Mondo si impegnano a sostenere 65 milioni di persone affette da questa malattia divulgando informazioni riguardo la patologia.
La giornata Mondiale per l’Epilessia è stata ideata da Cassidy Megan nel 2008, motivata dalle sue stesse lotte contro l’epilessia, per informare riguardo questa malattia e per far capire ai malati per non sono soli.
Circa 500.000 persone in Italia sono affette da epilessia ed i casi nuovi all’anno sono circa 30.000. L’Epilessia viene considerata anche una malattia sociale, le persone coinvolte da questo disturbo sono spesso vittime di pregiudizi e vengono discriminate in molte attività quotidiane della loro vita come lavoro, la scuola, sport, amici.

La Prof. Marina Saladini, neurologa padovana che ha in cura molti malati di epilessia dichiara che “Ai malati di epilessia dobbiamo spiegare che non bisogna avere paura di questa malattia; molte pazienti vengono alla visita da sole perché hanno paura di dirlo ai fidanzati, ai familiari agli amici. Ciò che è utile a chi contrae questa malattia è informazione: è importante far capire a loro ma anche a chi li circonda che è un disturbo completamente gestibile con i
farmaci. Non deve più esserci discriminazione!”