Le bugie hanno le gambe corte

4 Dicembre 2013

Festività natalizie ai giorni nostri: Arturo Vanghina, industrialotto lombardo in difficoltà economiche, ha invitato un collega tedesco a trascorrere il week – end nel suo chalet di montagna, con la speranza di riuscire a stringere un importante accordo commerciale.
Ha invitato anche la “carissima amica” Beatrice, moglie del suo carissimo amico Isidoro il quale trascura la consorte per dedicarsi all’ hobby della pesca.
Per giustificare la presenza in casa di Beatrice, Arturo ha bisogno di un uomo di paglia e per questo ha invitato anche il carissimo amico Osvaldo, pregandolo di farsi passare per il “carissimo amico” di Beatrice. Arturo però ignora che Osvaldo è il “carissimo amico” della propria moglie, la sanguigna signora Giovanna.
Osvaldo a sua volta non conosce questa Beatrice e, lasciato solo in casa, sentendo suonare il campanello va ad aprire: sulla porta c’è la cuoca dell’albergo Belvedere – venuta per aiutare a preparare la cena agli ospiti e che (quando si dice il caso !!) si chiama pure lei… Beatrice! Da questo momento la vicenda è tutta un susseguirsi di equivoci, colpi di scena, azioni furbesche e soprattutto bugie: bugie per sviare sospetti; bugie per nascondere tradimenti; bugie per mascherare false identità; bugie per coprire altre bugie.
Tante bugie che coinvolgono mariti, amanti, amici più o meno “carissimi”, e finanche il personale di servizio (segretario, autista, la domestica e la di lei sorella), ma bugie dalla vita breve perché come dice il proverbio: “le bugie hanno le gambe corte” e qualche volta… cortissime! La commedia derivata – nello spunto iniziale – dalla pièce “Pigiama per sei” del francese Marc Camoletti – non ha altro scopo che quello di offrire agli spettatori due ore di sano divertimento anche se – oltre a quella del titolo – qualche altra morale sotto sotto, salta fuori quale ad esempio: dai nemici mi guardo io ma dagli amici, specie se “carissimi”, mi guardi Dio!