La bisbetica domata
12 Febbraio 2021Il 13 febbraio alle 19.00 su Backstage
Se la festa degli innamorati cade in mezzo ai giorni di Carnevale quale idea migliore di festeggiare con una commedia di Shakespeare? Sabato 13 febbraio, nell’ambito del programma del carnevale digitale e alla vigilia di San Valentino, il Teatro Stabile del Veneto presenta alle ore 19.00 sulla piattaforma Backstage La bisbetica domata, un’originale versione della celebre commedia shakespeariana adattata da Andrea Pennacchi e diretta da dalla regista Silvia Paoli con Anna Tringali, Giacomo Rossetto e Massimiliano Mastroeni.
Dalla Padova di fine ‘500, la storia dei due giovani amanti Petruccio e Caterina si sposta nell’Italia degli anni ’90, ovvero gli anni dell’ascesa di Berlusconi, della crisi economica (il suo inizio), la caduta del muro di Berlino appena avvenuta, le top model, il grunge, gli uomini che sanno di Denim e “Non è la Rai” in televisione. Una storia da cui traspare senz’altro l’amore, la sincerità e la fragilità, di due ragazzi problematici che si incontrano e cominciano una relazione a modo loro, cercando uno spazio in una società in cui non si riconoscono, una società fatta di patriarcato, maschilismo e violenza domestica.
Lo spettacolo, nato per la scena teatrale, è una co-produzione di Teatro Bresci e Teatro Stabile del Veneto. La versione digitale, che sarà disponibile su Backsatge dalle 19.00 alle 24.00 di sabato 13 febbraio, è stata realizzata con il contributo della Regione Veneto nell’ambito di un accordo di programma per la “Stagione teatrale 2020-2021”.
Note drammaturgiche
La famosa commedia ambientata a Padova, ammettiamolo, presenta per un pubblico contemporaneo parecchi aspetti problematici: patriarcato, maschilismo, violenza domestica, sembrano renderla indigeribile, a meno di metterla in ‘contesto’ o di invertirne i ruoli, o ancora, di cambiarne il segno in tragedia. Questi però sono falsi problemi, in realtà, le commedie di Shakespeare non sono solo ‘divertenti’ (e lo sono) ma rimandano a un regno della libertà al di là del mondo in cui viviamo, e dobbiamo accettare “la bisbetica domata” per come la intendeva il suo autore (il quale, peraltro, sembra sempre preferire i personaggi femminili a quelli maschili). Si tratta di una commedia romantica sviluppata a partire da un nucleo fiabesco, con un lieto fine, e non di un dramma sull’oppressione e la violenza domestica, questi aspetti ci sono, ma non nel rapporto tra Petruccio e Caterina.
Note di regia
Nel testo c’è senz’altro amore, ci sono sincerità e fragilità, ci sono due ragazzi problematici che si incontrano e cominciano una storia a modo loro, cercando uno spazio in una società in cui non si riconoscono. La società di riferimento era ed è quella patriarcale, quella del dovere domestico e muliebre, quella dell’uomo attivo e la donna passiva, è la storia dell’accoglienza, della mitezza, delle qualità femminili, sempre secondo un’ottica esclusivamente maschile.
Il problema quindi non sono Petruccio e Caterina ma il contesto in cui vivono che non è purtroppo lontano da quello di oggi se dimentichiamo le forme e pensiamo alla sostanza.
Il nostro spettacolo è ambientato negli anni ’90, che credo siano stati uno spartiacque fondamentale fra “come eravamo” e come siamo adesso: sono gli anni dell’ascesa di Berlusconi, della crisi economica (il suo inizio), il muro di Berlino è appena caduto e poi ci sono le top model, il grunge, gli uomini sanno di Denim e alla televisione è arrivata “Non è la Rai”.
Gli anni ’90 sono gli anni delle donne bellissime e di plastica, del “celodurismo”, dell’anoressia: ma sono anche gli anni della nostra nostalgia, quando aspettavamo le telefonate sul fisso, quando uscivamo in due sul motorino senza casco, quando andavamo in discoteca la domenica pomeriggio o facevamo i ragazzi del muretto chiacchierando di sogni fino a tardi.
Ne La bisbetica domata c’è tutto questo e c’è Padova che porta con sé la provincia italiana, quella della fabbrica, del duro lavoro, del padre che è fiero della figlia mansueta e vorrebbe liberarsi di quella problematica. Il commerciante che tratta i sentimenti come fossero merce da piazzare. Non c’è niente di antico o polveroso, purtroppo.
Io non vedo bisbetiche. Vedo crisi d’identità, vedo famiglie disfunzionali e uomini che devono dimostrare di avere la situazione in pugno. Vedo tutto quello che ancora, faticosamente, cerchiamo di cambiare.
La bisbetica domata
di William Shakespeare
adattamento Andrea Pennacchi
regia Silvia Paoli
con Anna Tringali, Giacomo Rossetto, Massimiliano Mastroeni
voce fuori campo Andrea Pennacchi
scene Andrea Belli
costumi Valeria Donata Bettella
luci Andrea Patron
direttore di scena Stefano Razzolini
foto di scena Serena Pea
promo Claudia Sferrazza
organizzazione Giulia Diomaiuta
produzione 2020 Teatro Bresci e Teatro Stabile del Veneto
regia video Jurij Magoga
operatori di camera Nicola Marcato, Roberto Fanzini, Enrico Canzian
audio Marta Lorenzi