Il figlio di Arlecchino perduto e ritrovato

18 Luglio 2019

Sulla scia del successo riscosso sul palcoscenico veneziano del Goldoni Il figlio di Arlecchino perduto e ritrovato arriva al Teatro Verdi di Padova dal 22 al 27 luglio per la rassegna estiva Aperitivo a Teatro. Lo spettacolo prodotto dal Teatro Stabile del Veneto porta in scena, dopo due secoli e mezzo dalla stesura, uno dei canovacci goldoniani tradotto e adattato dal regista Marco Zoppello.

Sul palcoscenico nel ruolo di Arlecchino, Stefano Rota che, dopo 30 anni dal debutto con La Pazzia di Isabella (TAG Teatro, Venezia, 1989), torna a dare vita alla maschera più famosa del mondo, accompagnato da sei giovani attori professionisti della Compagnia Giovani del Teatro Stabile del Veneto, nata dal progetto TeSeO – Teatro Scuola e Occupazione con il sostegno della Regione Veneto.

Il protagonista della commedia è un Arlecchino anomalo, non più “gatto” ma “cane” (per la precisione Carlino, in onore della somiglianza della maschera col muso dell’animale), non più servo ma formaggiaio, non più vittima dei padroni ma artefice, suo malgrado, del proprio destino.


La trama

In uno sperduto villaggio delle vallate bergamasche, una coppia di innamorati, Rosaura e Florindo, si sposano in gran segreto e danno alla luce una figlia, proprio negli stessi giorni in cui Arlecchino e Camilla festeggiano la nascita della loro primogenita. La trama si dipana tra fraintendimenti e scambi di infanti, si impenna sulle scenate di gelosia di Arlecchino. Il patetismo si fa strada nelle crisi di Camilla, accusata ingiustamente di tradimento dal marito e disperata per la sorte di una figlia che crede scomparsa.

Il gioco degli equivoci, tipico della Commedia dell’Arte, permette ancora una volta di portare sul palcoscenico quei conflitti universali che da sempre animano la vita degli esseri umani: la sete di potere, di denaro, le grandi passioni amorose ostacolate, il mostro verde della gelosia.

Uno spettacolo che, tra le pieghe della commedia, del divertimento, del gioco teatrale più puro, scanzonato e cantato, nasconde un briciolo di nera fuliggine, una brace di dramma pronta a divampare tra le sterpaglie della vita.

Testi da Carlo Goldoni
Traduzione e adattamento Marco Zoppello
Con Stefano Rota
e con gli attori della Compagnia Giovani del Teatro Stabile del Veneto: Matteo Campagnol, Alice Centazzo, Emanuele Cerra, Marco Mattiazzo, Emilia Piz, Francesca Sartore.
Regia Marco Zoppello
scene Alberto Nonnato
costumi Lauretta Salvagnin
maschere Roberto Maria Macchi
luci Paolo Pollo Rodighiero
assistente alla regia Maria Roberta Strazzella

durata 1h circa

Il Progetto della Compagnia Giovani è parte dell’Accordo di Programma tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto con la partnership di Accademia Teatrale Veneta per la realizzazione di un Ciclo Completo di Formazione Professionale per Attori – Modello TeSeO Veneto – Teatro Scuola e Occupazione (DGR n. 1037 del 17 luglio 2018). Gli attori della Compagnia Giovani sono diplomati presso Accademia Palcoscenico e Accademia Teatrale Veneta.
Al termine dello spettacolo segue l’immancabile rito dell’aperitivo con attori e spettatori.