Il buon soldato Svejk di Hasec Jaroslav
Pubblicato il 5 Novembre 2015“Oggigiorno si può incontrare per le vie di Praga un uomo trasandato, che non sa quanta importanza abbia avuto la propria opera nella storia di un’epoca grande e nuova come questa. (…) Se gli domandaste come si chiama, vi risponderebbe con l’aria più semplice e più naturale del mondo: io sono quel Svejk”. Con queste parole Jaroslav Hašek presentava l’umile e grottesco eroe del suo romanzo, il bonario allevatore e mercante di cani, strappato alle sue pacifiche occupazioni e mandato a combattere in difesa dell’impero austro-ungarico nella prima guerra mondiale. Il testo inizia con l’uccisione a Sarajevo dell’arciduca Ferdinando che farà scattare la scintilla della Prima Guerra Mondiale. Per capire il romanzo bisogna comprendere che Svejk è un cecoslovacco che abita a Praga. L’impero austroungarico all’epoca occupava l’Ungheria, buona parte dei Balcani, della Polonia e della ex Cecoslovacchia. I sudditi del vasto impero spesso ostentano una fedeltà per nulla corrispondente al sentimento antiaustriaco che domina i cuori dei sudditi del Kaiser. Per questo Svejk viene preso per idiota patentato quando grida: “Viva l’imperatore Francesco Giuseppe”. Travolto nel vortice di avvenimenti che vanno molto oltre le sue capacità di comprensione, Svejk si destreggia con un misto d’ingenuità e furbizia, forte di quella sua obbedienza assoluta alla lettera degli ordini ricevuti che porta all’assurdo e dissolve nel ridicolo ogni autorità. Nel buon soldato Svejk, i lettori di tutto il mondo hanno riconosciuto un eroe sovranazionale, il campione di un’irriducibile pacifismo e antimilitarismo e un simbolo dell’inalienabilità dei diritti dell’individuo contro ogni tutela e usurpazione dittatoriale.
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Biglietto 15 euro, posti limitati, prenotazione obbligatoria. Ingresso riservato ai soci OnOFF. info@onoffspazioaperto.com
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