Orfeo, il cantore che ammaliava l’uomo e la natura

5 Febbraio 2016 By Elena Bottin

L’Opera lirica raffigura l’arte teatrale per eccellenza che unisce musica, canto, teatro, a volte anche danza, e in ogni creazione tutti gli elementi si combinano nella loro espressività e bellezza. Questa alchimia complessa fa di ogni rappresentazione uno spettacolo sorprendente che coinvolge tutti i sensi, la vista, l’udito, l’immaginazione del pubblico, e dove tutte le passioni umane sono in gioco. Il Circolo della Lirica di Padova riprende da domenica 7 febbraio il secondo ciclo di conferenze Conoscere l’Opera lirica – con narrazione, guida all’ascolto, letture poetiche, proiezione di rappresentazioni operistiche – rivolto gli appassionati melomani ma anche a chi vuole conoscere meglio o avvicinarsi a questa straordinaria forma d’Arte.

Il critico musicale e giornalista ferrarese, Athos Tromboni, presidente Nazionale Uncalm, apre la seconda stagione con la conferenza L’Orfeo e i suoi derivati – Manipolazione del mito da Monteverdi a Vinicius de Moraes. Si parlerà del mito di Orfeo, cantore che ammaliava l’uomo e la natura. Nel mito greco occupa un posto particolare: figlio della musa Calliope, riceve in dono da Apollo una magica lira con cui è capace di incantare gli elementi della natura, oltre che l’uomo. Il tentativo di riportare dall’oltretomba nel mondo dei vivi la moglie Euridice lo condurrà a una tragica fine. Tromboni ripercorre il mito non solo per l’opera lirica (da Peri e Caccini, a Monteverdi, a Gluck), ma anche per altre discipline come la danza (Stravinskij), la classica (Orpheus, il poema sinfonico di Liszt), il pop (dall’opera rock di Tito Schipa Jr. alle ballate di David Sylvian)), ​il cinema (Orfeo Negro di Marcel Camus con musiche di Bonfà e Jobim, ispirato al dramma teatrale di Vinicus de Moraes), e la poesia a cavallo tra Ottocento e Novecento, da Rilke a Dino Campana.