Finito illimitato
7 Maggio 2014Viaggio temporale cosmologico dello sviluppo dell’universo
Maria Grazia Bellocchio, Aldo Orvieto e Daniele Roi – pianoforti
Paolo Parolini e Arrigo Axia – percussioni
Luca Richelli – live electronics e motion capture
Alvise Vidolin – regia del suono
Michele Sambin – live digital painting
Video a cura di Fine Tuning (www.finetuning.it)
Collaborazione all’ideazione del progetto Nicola Bernardini (SaMPL, padova)
Sabino Matarrese – consulenza scientifica
Giulio Peruzzi – coordinatore scientifico
Nuova produzione realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova nel contesto del progetto MIUR per la “Divulgazione della ricerca scientifica tramite l’arte”
Programma
Luciano Berio
Linea (1973) per due pianoforti e percussioni
Ivan Fedele
Pulse and Light (2014) per due pianoforti ed elettronica
(Nero opaco – Phos – Nero chiaro – Altro spazio – Altro tempo)
Prima esecuzione assoluta
Giovanni Albini
Terza algebra del Tempo (2014) per percussioni ed elettronica
Prima esecuzione assoluta
Un duplice appuntamento con la musica e la scienza è la nuova proposta di SaMPL – il laboratorio per la ricerca e la produzione musicale elettroacustica installato presso il Conservatorio di Padova – che viene presentata all’Auditorium “Pollini” nelle serate del 9 e del 23 maggio.
Insieme al Centro d’Arte e grazie a un apposito contributo del Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, SaMPL presenta due nuove produzioni che hanno interpretato ciascuna l’idea di narrare la scienza – la chimica e l’astrofisica – attraverso le arti performative. Tutte le più recenti tecniche di produzione sonora e visiva sono all’opera per fornire in entrambe le occasioni una struttura espositiva adeguata alla natura degli argomenti scientifici. Nel secondo evento, Finito illimitato, il filo conduttore è offerto dall’attuale modello standard dell’universo, il cosiddetto modello del Big Bang. La cosmologia, cioè la comprensione della struttura e della storia dell’universo, diventa un settore della scienza della natura solo dopo il 1917, quando Einstein trae le prime conseguenze cosmologiche dalla sua teoria della relatività generale. A partire dagli anni 1920, progressi teorici e sperimentali hanno posto le basi dell’attuale modello del Big Bang.
Questo modello descrive un universo non statico ma dinamico, con una sua storia che parte da un’ipotetica iniziale fluttuazione – nella quale si produce una concentrazione di materia-energia praticamente infinita in uno spazio infinitesimo -, e che in seguito si è andato espandendo nel corso di circa 14 miliardi di anni dando origine a tutte le strutture che vediamo, dagli atomi alle stelle, dai pianeti agli esseri viventi.
L’universo che osserviamo è finito ma illimitato, e il modello del Big Bang che ne racconta la storia è diventato negli anni il punto di incontro di tutti i settori della scienza della natura. Anche qui, musica, video e suggestioni scientifiche si coagulano emblematicamente nei titoli dei tre brani: Linea, Pulse and Light, e Terza Algebra del Tempo. Il primo evoca una serie di rotture di simmetria del vuoto che a partire dal Big Bang portano alla formazione dei primi atomi di materia. Il secondo brano racchiude la storia che dai primi atomi disaccoppiati dalla luce porta alle prime stelle e galassie. E, infine, il terzo ci parla della formazione dei sistemi di stelle e pianeti, simili al nostro, a partire da vortici e addensamenti di gas. In alcuni di questi pianeti, come sulla Terra, si forma la vita e animali che riflettono su sé stessi e sulla Natura. Anche qui, come in Chemical free (?), la quantizzazione musicale e quella della materia (e della radiazione) e il loro organizzarsi e complessificarsi costituiscono elementi fondamentali di questa nuova grammatica del racconto scientifico. Tuttavia in Finito illimitato acquista peso maggiore che in Chemical free (?) l’evocazione di un asse temporale, e per certi versi spazio-temporale, legato alla successione degli eventi nella storia dell’universo, un asse che nelle ripetizioni e circolarità spiraleggianti evoca la finitezza illimitata.