Le storie di Pulcinella e della Gegia

27 Novembre 2013

Pulcinella e la sua morosa, la Gegia, oggi come oggi sbarcano il lunario come “contastorie”. E siccome il mondo è quello che è, le storie che raccontano sono un pò birichine e birbonesche. Non sempre vincono i buoni o gli eroi; a volte le loro storie premiano qualche simpatica canaglia… Che però – magari neanche lo sa – si sta forse ribellando a qualcosa, e pure con ragione!
Con l’aiuto di Giambattista Basile e della sua preziosa raccolta “Lu Cunto de li Cunti”, Pulcinella e la Gegia ci raccontano questa volta tre bellissime favole antiche: La Pietra del Gallo, Le Sette Cotennine, Penta Mano Mozza. La prima è una storia di magia, la seconda di furbizia, la terza di coraggio e for- tuna. Lo spettacolo può svolgersi dovunque: in un teatro, in un salone, in un capannone, in un cortile, in una piazza, in un parco. Può anche dipanarsi in tre posti diversi: tre piazzette in successione, tre zone di un parco, tre soste di uno stesso percorso. Ogni favola in un “suo” posto. Ogni posto i suoi fantasmi… Il modo di raccontare che hanno le nostre maschere è “musicale e acrobatico”: c’è molto movimento che crea immagini e fantasie, ci sono voci che si alternano e si rincorrono, ci sono brani all’unisono, ci sono apparizioni di personaggi a carico di Pulcinella, della Gegia o di tutti e due…
Ci sono insomma tutte le garanzie di non annoiarsi! E c’è il significato sottile di rivisitare e riportare in vita, lasciando così che da sole si rispecchino nel presen- te, alcune preziose parabole degli immensi “vangeli” popolari… Il linguaggio della Compagnia, messo a punto in un lungo e paziente lavoro di oltre venticinque anni, è altamente artigianale: originale, preciso e professionale, di grande qualità tecnica ed estetica, ma soprattutto buono come il pane fatto in casa.