“Roosevelt, Churchill e la Shoah: tra ambiguità e silenzi”

22 Gennaio 2021

Nel corso della Seconda guerra mondiale la Gran Bretagna e gli Stati Uniti individuarono come loro primo obiettivo nell’ambito di una “total war” la completa distruzione del nazi-fascismo con tutto quanto esso implicava. Ciò nonostante ben poco fu fatto per impedire uno dei maggiori crimini hitleriani, l’eliminazione fisica di circa sei milioni di ebrei nei territori sotto il controllo del Terzo Reich. Tale apparente contraddizione ha suscitato l’attenzione degli studiosi che vi hanno dedicato importanti lavori fondati su ampie ricerche archivistiche, alcuni apparsi anche di recente. La lezione di Antonio Varsori, riprendendo anche i risultati di questi studi, intende rispondere ad alcuni quesiti fondamentali: cosa sapevano gli anglo-americani della “Shoah”? Perché si mostrarono impotenti nell’impedire il massacro di milioni di ebrei? Esistevano pregiudizi nei riguardi degli ebrei anche all’interno delle due democrazie occidentali che potrebbero in parte spiegare la loro passività nei confronti di questo dramma? Trovare risposte a queste domande risulta essenziale non solo per inserire la Shoah nel quadro internazionale, ma anche per comprendere eventi successivi alla fine del conflitto quali la nascita di Israele e l’atteggiamento di Londra e di Washington verso il nuovo Stato ebraico.

Per onorare il Giorno della Memoria, giovedì 28 gennaio alle ore 10.00 con collegamento in diretta dalla Sala dei Giganti di Palazzo Liviano a Padova si terrà l’incontro dal titolo “Roosevelt, Churchill e la Shoah: tra ambiguità e silenzi”. Dopo i saluti di Rosario Rizzuto, Rettore dell’Università di Padova, Antonio Varsori, docente in Ateneo di Storia delle relazioni internazionali, terrà la sua Lectio magistralis cui seguirà l’esecuzione dei brani musicali di Max Bruch (1838-1920) – Kol Nidrei, op. 47 (1880), Gabriel Fauré (1845-1924) – Élégie op. 24 (1880), Ernest Bloch (1880-1959) Prayer (From Jewish Life, nr. 1) (1924) da parte del violoncellista Luigi Puxeddu e del pianista Aldo Orvieto. L’incontro viene trasmesso in live streaming sul canale Youtube dell’Università di Padova.

La voce del violoncello rincorre il nostro desiderio ancestrale di far musica: unico strumento che si può abbracciare, la cui tessitura copre quella di tutte le voci umane, dal basso al soprano (ed anche oltre); il suo fascino sonoro ci invita a immaginare una voce continuamente trasmutante tra il maschile e il femminile; il suo timbro metamorfico, ottenuto mediante la produzione delle medesime altezze su diverse corde, ci affascina. Il violoncello sembra avere una “voce umana” che riesce a sublimare ogni nostro desiderio di canto. Kol Nidrei, del 1880 (in aramaico significa “tutte le promesse”), è il primo canto che viene intonato dal rabbino per lo Yom Kippur, il giorno ebraico della penitenza. Max Bruch assegna al violoncello la voce dell’officiante che intona il canto nella sinagoga, affiancando a questa melodia un secondo motivo (risalente anch’esso al VII-VIII secolo) e sviluppandoli in forma di rapsodiche variazioni. L’ Elegie, forse il brano più noto di Gabriel Fauré, anch’esso del 1880, è un toccante lamento funebre dal grande potere di fascinazione, ove la manifestazione drammatica del dolore trova una severa sublimazione nella maestria formale del grande musicista francese. La preghiera di Ernst Bloch (Prayer, From Jewish Life), del 1924, impiega un’armonia dal gusto ashkenazita tipica dei canti dell’Europa orientale per creare un’atmosfera profondamente mistica, concludendosi con un toccante assolo di violoncello.

Antonio Varsori, ordinario di Storia delle relazioni internazionali presso l’Università di Padova, è tra i maggiori storici dell’integrazione europea e della politica estera italiana. È Presidente della Società Italiana di Storia Internazionale, membro della Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici italiani presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Presidente del “liaison committee of historians of contemporary Europe at the European Commission”. Dirige la rivista «Ventunesimo Secolo». Fra le sue più recenti pubblicazioni in volume: La Cenerentola d’Europa? L’Italia e l’integrazione europea dal 1947 a oggi (Rubbettino, 2010); L’Italia e la fine della guerra fredda. La politica estera dei governi Andreotti (1989-1992), Il Mulino, 2015; Radioso maggio. Come l’Italia entrò in guerra Il Mulino, 2015; Le relazioni internazionali dopo la guerra fredda 1989-2017, Il Mulino, 2018; Storia internazionale dal 1919 a oggi (2 edizione), Il Mulino, 2020; Italy in the New International Order 1917-1922, ed. with B. Zaccaria, Palgrave/Macmillan, 2020.

Luigi Puxeddu ha studiato violoncello con Luca Simoncini, Franco Rossi, Amedeo Baldovino, Mario Brunello, Antonio Janigro e David Geringas. È stato per molti anni violoncello solista dei Solisti Veneti ed ora lo è dei Solisti Filarmonici Italiani. Ha collaborato in diverse formazioni cameristiche assieme ai migliori musicisti italiani e stranieri come Mario Brunello, Bruno Canino, Filippo Gamba, Ivry Gitlis, Ramo Jaffè, Michel Lethiec, Piernarciso Masi, Vladimir Mendelssohn, Roberto Prosseda, Giovanni Sollima e Giampaolo Stuani. Dopo aver vinto importanti premi (Vittorio Veneto, Viotti di Vercelli, Milano A.M.I.) ha intrapreso una brillante carriera che lo ha portato a suonare nelle più importanti sale del mondo (Teatro alla Scala, Salle Pleyel di Parigi, Mozarteum di Salisburgo, Lincoln Center di New York, Vienna Musikverein, Suntory Hall di Tokio, ecc.). Si è esibito da solista – incidendo anche per la Rai e la Orf – e come primo violoncello delle più importanti orchestre sinfoniche italiane (Teatro alla Scala, Teatro La Fenice, Filarmonica Toscanini, ecc.), diretto dai più grandi direttori come Barenboim, Chailly, Oren, Maazel, Bychkov, Dudamel ecc. Ha registrato per la Rai, Orf, Amadeus, RCA, Erato, Frequenz, Hyperion, Tactus, Dad Records e Brilliant.

Aldo Orvieto, dopo gli studi al Conservatorio di Venezia incontra Aldo Ciccolini, al quale deve molto della sua formazione musicale. La sua incisione con Aldo Ciccolini della Fantasia Contrappuntistica di Busoni è apparsa su dischi Naxos nel 2020.

Ha inciso più di settanta dischi, registrato produzioni e concerti per le più importanti radio europee tra cui BBC, RAI, Radio France, le principali radio tedesche svizzere, Belghe e svedesi. Ha suonato e registrato come solista con molte orchestre tra le quali la OSNR, La Fenice di Venezia, Comunale di Bologna, Arena di Verona, l’ORT di Firenze, l’Ensemble 2e2m di Parigi. Ha partecipato a centinaia di prime esecuzioni assolute e gli sono state dedicate nuove composizioni da Ambrosini, Clementi, Corghi, De Pablo, Gervasoni, Francesconi, Guarnieri, Nieder, Solbiati e Sciarrino; ha ricevuto lusinghieri consensi da alcuni dei più grandi compositori del nostro tempo tra cui Nono, Petrassi e Kagel. Tra i fondatori nel 1979 dell’Ex Novo Ensemble e, nel 2004, della rassegna concertistica Ex Novo Musica, nel 2020 ha ricevuto, insieme al violoncellista Luigi Piovano, l’Isang Yun Prize (Unesco Creative City of Music Awards) per un’incisione dedicata al grande compositore coreano (di prossima pubblicazione presso Kairos, Wien).