
Incontri con gli autori
21 Febbraio 2017Il “Premio Letterario Galileo per la divulgazione scientifica” entra nel vivo, e i cinque autori finalisti presentano, al pubblico e agli studenti delle scuole che dovranno decretare il vincitore, i libri in concorso.
Si tratta di cinque testi, come ha sottolineato il Presidente della Giuria Dario Bressanini durante la selezione dei finalisti, “molto legati all’attualità, sia ai problemi del nostro presente sia alle recentissime scoperte della scienza”. In questo risiede, infatti, l’originalità della cinquina di quest’anno nella quale si trovano argomenti come la necessità e la paura dei vaccini, la (im)prevedibilità e le conseguenze dei terremoti o la convivenza e l’integrazione fra persone di diverse etnie e provenienze.
Si apre il 9 marzo il cartellone degli incontri con gli autori, che si terranno con l’ormai sperimentata modalità dei due appuntamenti: quello del mattino dedicato alle scuole superiori della città (trasmesso in diretta streaming per le scuole di tutta Italia) e quello pomeridiano aperto al pubblico.
Gli incontri per le scuole si terranno alle 11.30 in Sala Anziani presso Palazzo Moroni. Quelli per il pubblico alle 18.00 sempre nella Sala Anziani di Palazzo Moroni (via 8 Febbraio, Padova).
Siamo quindi entrati nella seconda fase del Premio durante la quale la Giuria popolare, formata da studenti delle classi IV degli istituti superiori di tutte le province italiane determinerà, nell’ambito della cinquina, l’opera da premiare.
Nell’edizione 2016 hanno partecipato 67 scuole da tutta la penisola e 55 hanno anche presenziato a Padova alla premiazione finale.
La cerimonia di premiazione del vincitore si terrà, in forma pubblica, il 5 maggio 2017 a Padova, presso il Palazzo della Ragione a partire dalle ore 16.00.
Lo stesso 5 maggio, il Comune di Padova conferirà la cittadinanza onoraria al fisico Antonino Zichichi.
Il calendario
Giovedì 9 marzo ore 11.30 per le scuole, ore 18 per il pubblico – Sala Anziani di Palazzo Moroni
Guido Barbujani, Gli africani siamo noi. Alle origini dell’uomo, Editori
Laterza, 2016 «Gli africani siamo noi non è uno di quei titoli che si tirano fuori per impressionare gli ingenui con un paradosso, ma è davvero la sintesi, la più onesta possibile, delle nostre frammentarie conoscenze sulle origini dell’uomo e sulla nostra vicenda evolutiva.»
Non bisognerebbe affrontare le sfide del Ventunesimo secolo con
l’armamentario concettuale e ideologico del Settecento, ma succede.
La convivenza fra persone di provenienze diverse, portatrici di diverse esperienze, stili di vita e convinzioni, pone problemi complessi. Per una curiosa reazione, molti invocano soluzioni illusoriamente semplici – fili spinati, muri, quote di immigrati, fogli di via – rispolverando vecchissime teorie sull’insanabile differenza razziale fra popoli del nord e del sud.
Questo testo cerca, al contrario, di stimolare qualche ragionamento.
Prima di tutto, sulle responsabilità di molti scienziati nel fornire giustificazioni di comodo per lo schiavismo e il colonialismo; e poi su quanto le teorie della razza, che pure hanno generato sofferenze e conflitti enormi e reali, si siano rivelate irrealistiche, incoerenti e
incapaci di farci comprendere la natura delle nostre differenze. Gli
africani siamo noi racconta anche un po’ delle cose che abbiamo capito da quando la biologia ha abbandonato il paradigma razziale: parla di come nel nostro genoma restino tracce di lontane migrazioni
preistoriche; e anche di come forme umane diverse, forse specie
umane diverse, si siano succedute e abbiano coesistito, finché
sessantamila anni fa i nostri antenati, partendo dall’Africa, si sono diffusi su tutto il pianeta.
Guido Barbujani insegna Genetica all’Università di Ferrara. Si occupa delle origini e dell’evoluzione della popolazione umana. Ha pubblicato romanzi, fra cui Dilettanti (Marsilio 1993), Dopoguerra (Sironi 2002), Questione di razza (Mondadori 2003) e Morti e sepolti (Bompiani 2010), e i saggi L’invenzione delle razze (Bompiani 2006), Europei senza se e senza ma (Bompiani 2008), Lascia stare i santi (Einaudi 2014) e Contro il razzismo.
Martedì 14 marzo ore 11.30 per le scuole, ore 18 per il pubblico – SalaAnziani di Palazzo Moroni
Guido Tonelli, La nascita imperfetta delle cose, Rizzoli Editore, 2016
In quel preciso momento, un centesimo di miliardesimo di secondo
dopo il Big Bang, si è deciso il nostro destino. In un universo in cui
materia e antimateria si equivalevano, e che quindi avrebbe potuto, in ogni istante, tornare a essere pura energia, può essere bastata unaleggerissima preferenza del bosone di Higgs per la materia anziché per l’antimateria ed ecco che si è prodotto il mondo che abbiamo sotto gli occhi. “Ecco qua il minuscolo difetto, la sottile imperfezione da cui è nato tutto. Un’anomalia che dà origine a un universo che può evolvere per miliardi di anni.” Se tutto nasce da lì, dobbiamo capire in ogni dettaglio quel momento cruciale, ricostruirlo fotogramma per fotogramma, al rallentatore e da diverse angolature. Per questo al Cern di Ginevra è stato realizzato Lhc, l’acceleratore di particelle più potente del mondo, il posto più simile al primo istante di vita dell’universo che l’uomo sia stato in grado di costruire. Per questo da anni i migliori fisici del mondo lavorano giorno e notte, ai quattro angoli del pianeta. È così che è stata catturata la “particella di Dio”. Ed è per questo che si studia ancora, per capire di più su come tutto questo è nato e su come andrà a finire la nostra storia: se nel freddo e nel buio o in una catastrofe cosmica, che ci darebbe il privilegio di un’uscita di scena assai più spettacolare.
Guido Tonelli lavora al Cern di Ginevra ed è responsabile
dell’esperimento che, insieme a quello di Fabiola Gianotti, ha permesso di scoprire il bosone di Higgs, la “particella di Dio”.
Martedì 21 marzo ore ore 11.30 per le scuole, ore 18 per il pubblico – Sala Anziani di Palazzo Moroni
Alessandro Amato, Sotto i nostri piedi. Storie di terremoti, scienziati e ciarlatani, Codice Edizioni, 2016
Dopo ogni terremoto c’è sempre qualcuno che lo aveva previsto: i
Maya, la zia Santuzza, il cane del vicino. I previsori non si fidano della scienza, ma credono che i rospi scappino prima dei terremoti, che la Nato e le trivelle possano scatenarli, che gli scienziati sappiano prevederli ma non lo dicano perché odiano vincere i premi Nobel. Per orientarsi in questo groviglio di scienza e pseudoscienza, “sotto i nostri piedi” ci accompagna in un viaggio attraverso la storia dei terremoti e dei tentativi di prevederli, costellata da pochi acuti e tanti fallimenti.
Storie di scienziati e filosofi (da Aristotele a Kant), di terremoti e terremotati (dalla Cina alla Russia, dalla California all’Aquila), di bizzarre teorie e personaggi pittoreschi. Fino ai più recenti passi avanti compiuti dalla ricerca sismologica, che se non consentono ancora la previsione dei terremoti ci offrono però la conoscenza e gli strumenti per una fondamentale riduzione del rischio.
Alessandro Amato, geologo e sismologo, è dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). È stato direttore del Centro Nazionale Terremoti e membro della Commissione Grandi Rischi. Ha coordinato e partecipato a numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali, pubblicando articoli sulle maggiori riviste scientifiche del settore. Da qualche anno si occupa di comunicazione della scienza, anche sui social media.
Lunedì 27 marzo ore 11.30 per le scuole, ore 18 per il pubblico – Sala Anziani di Palazzo Moroni
Silvia Bencivelli e Daniela Ovadia, E’ la medicina, bellezza!, Carocci
Editore, 2016 «Ho letto su Facebook che la carota, condita con l’aceto, cura il raffreddore». «Io invece non farò vaccinare i miei figli perché non voglio arricchire Big Pharma, e mi nutro di costose compresse seguendo i consigli del “medico alternativo” e del suo vicino di ombrellone». Di salute, ormai, parlano un po’ tutti, dicendo un po’di tutto. Ma la salute è un affare complicato e comunicarla correttamente significa soprattutto maneggiarne la complessità. Cioè significa avere a che fare con una scienza in rapida evoluzione, definizioni non sempre granitiche, dibattiti tra scuole di pensiero, statistiche da interpretare. E una marea di interessi, economici e non soltanto. Rinunciare a questa complessità porta a riassumere il tutto in due parole: “fa bene” o “fa male”. Magari aggiungendo che “nessuno lo dice”. In realtà, qualcuno che lo dice, o che cerca di farlo, c’è: sono i giornalisti medico-scientifici.
Che a quelle due parole, non sempre oneste e di certo mai esaustive, contrappongono un lavoro di ricerca e studio basato su strumenti niente affatto misteriosi. Questo libro, attraverso il racconto di storie di giornalismo e di medicina, e di bufale, ve ne propone alcuni.
Silvia Bencivelli, medico e giornalista scientifico, collabora da più di dieci anni con la Rai (radio e tv) per programmi di scienza e di salute, scrive per La Repubblica, Le Scienze, Focus e altre testate. Insegna Giornalismo scientifico al master sgp della Sapienza Università di Roma.
Ha ricevuto alcuni premi, fra cui il Premio Piazzano per il giornalismo scientifico. Ha scritto diversi libri, tra cui Comunicare la scienza (con F. P. de Ceglia, Carocci editore 2013).
Daniela Ovadia è giornalista scientifico ed eticista. Ha studiato medicina e neuroscienze cognitive. Divide il suo tempo tra l’attività giornalistica (principalmente con Focus, Le Scienze, Mente & cervello e l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro) e la condirezione del laboratorio Neuroscienze e società dell’Università degli Studi di Pavia. Insegna Neuroetica all’Università degli Studi di Paviae e Tecniche di progettazione europea per la comunicazione scientifica al master sgp della Sapienza Università di Roma.
Giovedì 6 aprile ore 11.30 per le scuole, ore 18 per il pubblico – Sala Anziani di Palazzo Moroni
Andrea Grignolio, Chi ha paura dei vaccini?, Codice Edizioni, 2016
Il richiamo dell’Oms all’Italia per il pericoloso calo delle vaccinazioni è l’episodio più recente di un acceso dibattito che conferma quanto
questo tema sia oggi cruciale. I vaccini sono fra le scoperte scientifiche più importanti per il genere umano, eppure continuano ad essere guardati con sospetto da parte dell’opinione pubblica, vittima di campagne di disinformazione, di strumentalizzazioni e di paure infondate. Queste credenze irrazionali hanno però una spiegazione evolutiva, senza la quale sarà difficile risolvere la crescente opposizione sociale. Questo libro, che fa luce sulla sicurezza e sull’importanza delle vaccinazioni, è dedicato sia ai genitori sia a chi vuole capire il ruolo dei vaccini nella società contemporanea, in cui il facile accesso al sapere è
tanto una grande opportunità quanto una grande responsabilità. I
capitoli si sviluppano attraverso una narrazione storica e si concludono discutendo le più recenti teorie cognitive per affrontare le resistenze verso le vaccinazioni.
Andrea Grignolio insegna Storia della Medicina alla Sapienza di Roma e svolge ricerche sulla Storia della Vaccinazione all’Université Francois Rabelais di Tours. Ha una formazione internazionale, che lo ha portato da Parigi a Boston a Berkeley. Ha pubblicato su numerose riviste nazionali e internazionali e scrive per La Repubblica e La Stampa.
Il Premio Letterario Galileo 2017 è promosso dal Comune di Padova, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, della Regione del Veneto, della Fondazione Il Campiello e dell’Accademia Galileiana di Scienze Lettere ed Arti in Padova e in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova.
Il Premio Galileo ha il sostegno della Fondazione Antonveneta.
Media partner: Radio Padova, Marcolongo pubblicità.
Con la collaborazione di: EF Education First, APS Advertising, Auriga, Hotel Galileo, Morellato – Gioielli da vivere, Promovies, Cicap, Inaf, Planetario Padova Media sponsor: Rai Radio3, Focus, Coelum, il Bo, il Vivi Padova, Radio Bue.it, Planck.