I Notturni d’Arte a Monselice
23 Agosto 2016Sabato 27 agosto i Notturni d’Arte, manifestazione organizzata dall’Assessorato Cultura del Comune di Padova con il contributo di Cassa di Risparmio del Veneto e dedicata quest’anno alla Padova del Rinascimento, propongono un doppio appuntamento con alle ore 18 visita guidata a Villa Emo a Rivella di Monselice (in via Rivella 4a) e alle ore 21 passeggiata guidata dalle Sette Chiesette alla cinquecentesca Villa Duodo (via del Santuario, Monselice). “Un’altra tappa – afferma l’Assessore alla Cultura del Comune di Padova Matteo Cavatton – di quel viaggio alla scoperta della civiltà delle ville venete che costituisce uno dei filoni di questa edizione dei Notturni d’Arte. Il pubblico potrà scoprire alcune opere di Vincenzo Scamozzi, ultimo grande architetto del Rinascimento e percorrere un itinerario unico nel suo genere, molto scenografico”. Attribuita a Vincenzo Scamozzi, la cinquecentesca Villa Emo sorge ai piedi dei Colli Euganei sulla riva d’acqua, il Naviglio Euganeo, come la maggior parte dei complessi di villa con giardini sorti lungo fiumi e canali del Veneto. Il giardino che la circonda è classicamente all’italiana. Esso unisce a elementi tipicamente veneto-rinascimentali, quali la carpineta, il brolo e le peschiere, una straordinaria quantità e varietà di fiori. Nel percorso guidato si potranno ammirare le sei cappelle che si susseguono lungo la via che sale fino al piazzale antistante Villa Duodo, dove si trova la chiesa di S. Giorgio, a costituire il Santuario Giubilare delle Sette Chiese, commissionate dalla famiglia Duodo durante il XVII secolo, su progetto dell’architetto Vincenzo Scamozzi; nelle chiesette si conservano tele di Palma il Giovane (1548-1628). Villa Duodo sorge sul piazzale dove termina la via del Santuario; a destra l’ala più antica, costruita alla fine del XVI secolo dall’architetto Scamozzi, su commissione di Francesco e Domenico Duodo; venne completata nel XVIII con un nuovo corpo di fabbrica, cui si aggiunse la scalinata di accesso al giardino all’italiana, conclusa da un’esedra decorata da statue. Al centro venne costruito l’antrum a imitazione della Verna, la grotta dove aveva pregato e digiunato San Francesco. Furono poi realizzati un ninfeo e sei statue, attribuiti alla bottega dei Bonazza.