Waste Land
15 Ottobre 2015Nell’ambito di IMPATTO 2.0, evento internazionale di arte contemporanea promosso da S.E.S.A S.p.A., Società Estense Servizi Ambientali, è previsto un appuntamento speciale con il pubblico: sabato 17 ottobre alle ore 17:30 nella Sala delle Colonne del Museo Nazionale Atestino verrà infatti proiettato il film Waste Land.
Ambientato nella terra di nessuno, alla frontiera tra vita e miseria, Waste Land è un grande ritratto, visto dall’alto, di un gruppo di sopravvissuti che, attraverso l’arte, è riuscito a vedere (e andare) al di là della spazzatura e scoprire la bellezza nell’immondizia. Il film, prodotto nel 2010 da Gran Bretagna e Brasile, con la regia di Lucy Walker, ha vinto il Sundance Film Festival nel 2010 ed è stato candidato agli Oscar 2011 come Miglior Documentario.
Il film narra del viaggio compiuto dall’artista brasiliano Vik Muniz partendo dalla periferia di Rio de Janeiro, dove si trova Jardim Gramacho, la più grande discarica del mondo, per giungere ai vertici dell’arte contemporanea, attraverso la testimonianza diretta dell’immensità del potere di trasformazione dell’arte sullo spirito umano. Jardim Gramacho ogni giorno offre lavoro a migliaia di catadores, ovvero “riciclatori”, uomini, donne e ragazzini, rifiutati dalla società, i quali di giorno e di notte, a piccoli gruppi o in solitaria, scalano montagne di rifiuti, frugano tra l’immondizia alla ricerca di materiali riciclabili da poter vendere o barattare per tirare avanti la loro misera esistenza. Le riprese testimoniano la crescita e l’evoluzione di un gruppo di catadores che hanno potuto creare con le loro proprie mani un’opera d’arte dai rifiuti che loro stessi hanno raccolto.
Vik Munitz L’artista nasce a San Paolo in Brasile nel 1961. Vive e lavora tra New York City e Rio de Janeiro. Nella sua ricerca si serve sovente dell’improvvisazione in base alle risorse disponibili, ricreando soggetti classici della storia dell’arte mediante oggetti misti, rifiuti, strisce di carta e materiali di vario genere. Considerato l’artista brasiliano più quotato sul mercato internazionale d’arte contemporanea, è presente alla 56ma Biennale d’Arte di Venezia, attualmente in corso, con un’installazione galleggiante che s’intitola Lampedusa e sottolinea l’impegno a favore dei rifugiati attraverso la rappresentazione di una barca di carta costruita in scala con la grandezza di un comune vaporetto veneziano. In quest’opera Muniz ha impiegato, come sua abitudine, materiali inusuali, servendosi della manipolazione delle dimensioni per convertire la prevedibilità in stupore.