Brachetti in ‘Che sorpresa’
Pubblicato il 6 Aprile 2014Il Guinness Book of Records non esagera quando afferma che Arturo Brachetti è il più veloce trasformista nell’universo: in una scenografia che ricorda da vicino il Mondo nella sua fusione di colori e suggestioni è riuscito a passare, in un battito di ciglia, da un Paese all’altro, da un costume all’altro, in un unico grande abbraccio cosmico abbinato di volta in volta a una musica leggera e cadenzata.
Il camerino, presente in scena, consisteva in una tenda nera poco più alta della spalla, dietro cui Brachetti si calava per uscire con il cambio delle meraviglie tra lo stupore dei presenti i quali si chiedevano, sempre di più, come fosse possibile: magia? Lui, nei panni del custode di un grande deposito di un aeroporto internazionale, si è cimentato nell’esplorazione delle storie che questi bauli e valige contengono, affinché sia possibile viaggiare con la fantasia. E’ il suo marchio, bastano pochi oggetti e siamo pronti per volare: espressione da intendersi letteralmente perché poco dopo un’apparizione nei panni dell’Elephant Man di David Lynch, Brachetti in un lungo abito bianco ha cominciato a sollevarsi da terra e a volteggiare nell’aria sospeso in un’aura mistica.
Ad accompagnarlo Luca Bono, giovane illusionista con le cuffie e la musica rock sparata a mille che con le sue colombe si diverte a ingannare il pubblico: tra fazzoletti bianchi, carte da gioco e uccelli scivoliamo nel repertorio più classico della magia eseguito con grande professionismo. Gli intermezzi a cura di Luca& Tino, definiti gli «Hardy e Laurel italiani», hanno visto i due comici nei panni di due soldati russi che andavano a baciare il pubblico maschile con il terrore che serpeggiava tra la folla: passato il momento d’ilarità generale hanno voluto poi dirigere un’orchestra, ad ogni movimento della bacchetta la musica si alzava e si abbassava con grande effetto. Brachetti poi, quando rientra in scena, la detiene, la conquista: non c’è nulla da fare, è lui la star, con le mani riesce a creare incredibili giochi di luce e ombra facendo vivere sulla parete all’interno di un tondo luminoso animali multiformi. E sulla sabbia che possiamo dire? Con spostamenti calibrati comparivano sullo sfondo Edward Mani di Forbice, Jack di “Nightmare Before Christmas” e altre icone pop, una visione da guardare a bocca aperta. E’ la sand painting un’arte meravigliosa, suggestiva. Per non lasciare troppo il pubblico a cullarsi nel fascino ad occhi aperti Francesco Scilimeni, ribaltatore di schemi professionista, ha provveduto a chiamare sul palco di volta in volta persone diverse per sottoporle a stramberie varie, vere e proprie gag che hanno scatenato il riso. Ha chiuso poi sempre Brachetti con il suo spettacolo “Per uno sputo di dollari” in cui è riuscito a interpretare, per via del suo trasformismo, tutti i personaggi del breve inserto teatrale dedicato al cinema western: l’effetto è straniante, lui è un grande.
Camilla Bottin
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