Selezionati i finalisti dell’XI edizione del Premio Letterario Galileo

23 Gennaio 2017

Il 18 gennaio 2017 presso il Centro culturale Altinate San Gaetano, la Giuria Scientifica del Premio letterario Galileo, presieduta dal chimico e scrittore Dario Bressanini, ha selezionato la cinquina delle opere finaliste che saranno votate nei prossimi mesi dalla Giuria popolare.

“Sono molto soddisfatto dei lavori della Giuria – ha sottolineato il Presidente Dario Bressanini – ne è uscita una cinquina molto legata all’attualità, sia ai problemi del nostro presente sia alle recentissime scoperte della scienza”.

Le opere finaliste sono:
Andrea Grignolio, Chi ha paura dei vaccini?, Codice Edizioni, 2016;
Alessandro Amato, Sotto i nostri piedi, Codice Edizioni, 2016;
Guido Tonelli, La nascita imperfetta delle cose, Rizzoli Editore, 2016;
Silvia Bencivelli e Daniela Ovadia, E’ la medicina, bellezza!, Carocci Editore, 2016;
Guido Barbujani, Gli africani siamo noi. Alle origini dell’uomo, Editori Laterza, 2016.

Da oggi si apre, dunque, la seconda fase del Premio: una Giuria popolare, formata da studenti delle classi IV degli istituti superiori di tutte le province italiane determinerà, nell’ambito della cinquina, l’opera da premiare.
Nell’edizione 2016 hanno partecipato 67 scuole da tutta la penisola e 55 hanno anche presenziato a Padova alla premiazione finale.
La cerimonia di premiazione del vincitore si terrà, anche questa in forma pubblica, il 5 maggio 2017 a Padova, presso il Palazzo della Ragione a partire dalle ore 16.00.
Lo stesso 5 maggio, giornata della premiazione, il Comune di Padova conferirà la cittadinanza onoraria al fisico Antonino Zichichi.

Nel 2016, in occasione della decima edizione del Premio, il Comune di Padova ha conferito la cittadinanza onoraria a Piero Angela per la sua lunghissima e preziosa attività di studioso e divulgatore. Questo riconoscimento verrà ora attribuito ad ogni edizione ad uno studioso o scienziato che ha apportato un importante contributo alla divulgazione scientifica, anche per creare un nuovo collegamento fra il passato della città e il suo futuro.

Anche quest’anno a partire dal mese di marzo si terranno gli incontri con gli autori dei libri finalisti.
Studenti e cittadini avranno la possibilità di conoscere più da vicino i cinque studiosi selezionati dalla giuria scientifica in altrettante giornate dedicate ciascuna ad una pubblicazione con l’ormai sperimentata modalità dei due incontri: quello del mattino dedicato alle scuole superiori della città (trasmesso in diretta streaming per le scuole di tutta Italia) e quello pomeridiano aperto al pubblico (il calendario verrà comunicato a fine gennaio).

 

Ecco la cinquina nel dettaglio:

Andrea Grignolio, Chi ha paura dei vaccini?, Codice Edizioni, 2016
Il richiamo dell’Oms all’Italia per il pericoloso calo delle vaccinazioni è l’episodio più recente di un acceso dibattito che conferma quanto questo tema sia oggi cruciale. I vaccini sono fra le scoperte scientifiche più importanti per il genere umano, eppure continuano ad essere guardati con sospetto da parte dell’opinione pubblica, vittima di campagne di disinformazione, di strumentalizzazioni e di paure infondate. Queste credenze irrazionali hanno però una spiegazione evolutiva, senza la quale sarà difficile risolvere la crescente opposizione sociale. Questo libro, che fa luce sulla sicurezza e sull’importanza delle vaccinazioni, è dedicato sia ai genitori sia a chi vuole capire il ruolo dei vaccini nella società contemporanea, in cui il facile accesso al sapere è tanto una grande opportunità quanto una grande responsabilità. I capitoli si sviluppano attraverso una narrazione storica e si concludono discutendo le più recenti teorie cognitive per affrontare le resistenze verso le vaccinazioni.

 

Alessandro Amato, Sotto i nostri piedi. Storie di terremoti, scienziati e ciarlatani, Codice Edizioni, 2016
Dopo ogni terremoto c’è sempre qualcuno che lo aveva previsto: i Maya, la zia Santuzza, il cane del vicino. I previsori non si fidano della scienza, ma credono che i rospi scappino prima dei terremoti, che la Nato e le trivelle possano scatenarli, che gli scienziati sappiano prevederli ma non lo dicano perché odiano vincere i premi Nobel. Per orientarsi in questo groviglio di scienza e pseudoscienza, “sotto i nostri piedi” ci accompagna in un viaggio attraverso la storia dei terremoti e dei tentativi di prevederli, costellata da pochi acuti e tanti fallimenti. Storie di scienziati e filosofi (da Aristotele a Kant), di terremoti e terremotati (dalla Cina alla Russia, dalla California all’Aquila), di bizzarre teorie e personaggi pittoreschi. Fino ai più recenti passi avanti compiuti dalla ricerca sismologica, che se non consentono ancora la previsione dei terremoti ci offrono però la conoscenza e gli strumenti per una fondamentale riduzione del rischio.

 

Guido Tonelli, La nascita imperfetta delle cose, Rizzoli Editore, 2016
In quel preciso momento, un centesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, si è deciso il nostro destino. In un universo in cui materia e antimateria si equivalevano, e che quindi avrebbe potuto, in ogni istante, tornare a essere pura energia, può essere bastata una leggerissima preferenza del bosone di Higgs per la materia anziché per l’antimateria ed ecco che si è prodotto il mondo che abbiamo sotto gli occhi. “Ecco qua il minuscolo difetto, la sottile imperfezione da cui è nato tutto. Un’anomalia che dà origine a un universo che può evolvere per miliardi di anni.” Se tutto nasce da lì, dobbiamo capire in ogni dettaglio quel momento cruciale, ricostruirlo fotogramma per fotogramma, al rallentatore e da diverse angolature. Per questo al Cern di Ginevra è stato realizzato Lhc, l’acceleratore di particelle più potente del mondo, il posto più simile al primo istante di vita dell’universo che l’uomo sia stato in grado di costruire. Per questo da anni i migliori fisici del mondo lavorano giorno e notte, ai quattro angoli del pianeta. È così che è stata catturata la “particella di Dio”. Ed è per questo che si studia ancora, per capire di più su come tutto questo è nato e su come andrà a finire la nostra storia: se nel freddo e nel buio o in una catastrofe cosmica, che ci darebbe il privilegio di un’uscita di scena assai più spettacolare.

 

Silvia Bencivelli e Daniela Ovadia, E’ la medicina, bellezza!, Carocci Editore, 2016
«Ho letto su Facebook che la carota, condita con l’aceto, cura il raffreddore». «Io invece non farò vaccinare i miei figli perché non voglio arricchire Big Pharma, e mi nutro di costose compresse seguendo i consigli del “medico alternativo” e del suo vicino di ombrellone». Di salute, ormai, parlano un po’ tutti, dicendo un po’di tutto. Ma la salute è un affare complicato e comunicarla correttamente significa soprattutto maneggiare la complessità. Cioè significa avere a che fare con una scienza in rapida evoluzione, definizioni non sempre granitiche, dibattiti tra scuole di pensiero, statistiche da interpretare. E una marea di interessi, economici e non soltanto. Rinunciare a questa complessità porta a riassumere il tutto in due parole: “fa bene” o “fa male”. Magari aggiungendo che “nessuno lo dice”. In realtà, qualcuno che lo dice, o che cerca di farlo, c’è: sono i giornalisti medico-scientifici. Che a quelle due parole, non sempre oneste e di certo mai esaustive, contrappongono un lavoro di ricerca e studio basato su strumenti niente affatto misteriosi. Questo libro, attraverso il racconto di storie di giornalismo e di medicina, e di bufale, ve ne propone alcuni

 

Guido Barbujani, Gli africani siamo noi. Alle origini dell’uomo, Editori Laterza, 2016
«Gli africani siamo noi non è uno di quei titoli che si tirano fuori per impressionare gli ingenui con un paradosso, ma è davvero la sintesi, la più onesta possibile, delle nostre frammentarie conoscenze sulle origini dell’uomo e sulla nostra vicenda evolutiva.»
Non bisognerebbe affrontare le sfide del Ventunesimo secolo con l’armamentario concettuale e ideologico del Settecento, ma succede. La convivenza fra persone di provenienze diverse, portatrici di diverse esperienze, stili di vita e convinzioni, pone problemi complessi. Per una curiosa reazione, molti invocano soluzioni illusoriamente semplici – fili spinati, muri, quote di immigrati, fogli di via – rispolverando vecchissime teorie sull’insanabile differenza razziale fra popoli del nord e del sud.
Questo testo cerca, al contrario, di stimolare qualche ragionamento. Prima di tutto, sulle responsabilità di molti scienziati nel fornire giustificazioni di comodo per lo schiavismo e il colonialismo; e poi su quanto le teorie della razza, che pure hanno generato sofferenze e conflitti enormi e reali, si siano rivelate irrealistiche, incoerenti e incapaci di farci comprendere la natura delle nostre differenze. Gli africani siamo noi racconta anche un po’ delle cose che abbiamo capito da quando la biologia ha abbandonato il paradigma razziale: parla di come nel nostro genoma restino tracce di lontane migrazioni preistoriche; e anche di come forme umane diverse, forse specie umane diverse, si siano succedute e abbiano coesistito, finché sessantamila anni fa i nostri antenati, partendo dall’Africa, si sono diffusi su tutto il pianeta.

 

Il Premio Letterario Galileo 2017 è promosso dal Comune di Padova, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, della Regione del Veneto, della Fondazione Il Campiello e dell’Accademia Galileiana di Scienze Lettere ed Arti in Padova e in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova.
Il Premio Galileo ha il sostegno della Fondazione Antonveneta.

Con la collaborazione di: EF Education First, APS Advertising, Auriga, Hotel Galileo, Morellato – Gioielli da vivere, Promovies, Noleggiami.eu, Cicap, Inaf, Planetario Padova

Media partner: Rai Radio3, Focus, Coelum, il Bo, il Vivi Padova, Radio Bue.it, Planck.