



Apre l’originale Museo della Canapa!
Pubblicato il 9 Settembre 2021Sabato 11 settembre l’inaugurazione dell’ecomuseo a Megliadino San Vitale
Coldiretti Padova: “recuperiamo una tradizione dalle grandi potenzialità”
Apre l’originale Museo della Canapa, dedicato alla storia e alle potenzialità di questa coltivazione “dai mille usi”, reintrodotta in Veneto negli ultimi anni grazie all’impegno di agricoltori, specie giovani, che scommettono sulle potenzialità di una coltivazione resistente e versatile. Sabato 11 settembre nel corso della mattinata verrà inaugurato il Museo della Canapa a Megliadino San Vitale, nella sala polivalente alla pineta comunale di via 28 aprile. E un vero e proprio ecomuseo, parte del progetto #tuttamialacittà: le azioni di rigenerazione urbana del Volontariato per le comunità locali di Cavv-Csv di Venezia. L’iniziativa è finanziata dal Comitato di Gestione del Fondo Speciale Regionale per il Volontariato del Veneto. Il taglio del nastro, alle 12.30, sarà preceduto a partire dalle 9, dall’incontro “La canapa dal passato al futuro” con gli interventi dei rappresentanti istituzionali della Regione, degli esperti e imprenditori di Coldiretti Padova, partner dell’iniziativa insieme al Comune di Megliadino San Vitale con il sindaco Silvia Mizzon a fare gli onori di casa, e l’associazione Il Ponte, come da programma allegato. Le conclusioni sono affidate a Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova.
Sarà l’occasione per fare il punto sul ritorno della coltivazione della canapa in Veneto e in particolare nella Bassa Padovana, dove alcune aziende agricole hanno scommesso sulle potenzialità di una pianta dai mille usi, pur tra le incertezze normative ancora da dipanare, come ricorda Coldiretti Padova. Con la legge 242 del 2016 non è più necessaria alcuna autorizzazione per la semina di varietà di canapa certificate con contenuto di THC al massimo dello 0,2% (Catalogo Europeo), mente la percentuale di THC nelle piante analizzate potrà oscillare dallo 0,2% allo 0,6% senza comportare alcun problema per l’agricoltore. E’ consentita la coltivazione per usi legati alla produzione alimenti e cosmetici, alla produzione di semilavorati per le industrie e attività artigianali, di materiale organico per bioingegneria e bioedilizia, per la fitodepurazione, coltivazione per attività didattiche e di ricerca, coltivazioni destinate al florovivaismo e usi energetici per autoproduzione. La fibra di canapa può essere usata nel calzaturiero, nella pelletteria e nella produzione di accessori. Più controverso, ricorda Coldiretti Padova, l’uso delle inflorescenze. La legge 242 infatti non nomina le infiorescenze ma neppure ne vieta l’utilizzo. Questo fatto ha creato un ambiguità nell’interpretazione della norma dando vita al fenomeno della “cannabis light”, con tutte le contraddizioni del caso. Qualcosa si sta muovendo comunque: nel 2021 l’Ufficio Centrale Stupefacenti della Direzione Generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico ha rilasciato le prime autorizzazioni alla coltivazione di Cannabis Sativa da sementi certificate di varietà consentite dalla normativa europea, per la fornitura di foglie e infiorescenze a officine farmaceutiche autorizzate. Pertanto l’azienda agricola che intenda chiedere l’autorizzazione alla coltivazione deve necessariamente stipulare un accordo di conferimento del materiale vegetale di partenza, vale a dire foglie e infiorescenze.
L’altro aspetto fondamentale, conclude Coldiretti Padova, sarà lo sviluppo tecnologico di impianti mobili per la separazione della fibra dal canapulo, per abbattere i costi di lavorazione e favorire l’impiego della materia prima nella bioedilizia e nel settore tessile.

Aggiungi un commento