The History boys
3 Aprile 2012The history boys è stato salutato da molti critici come “uno degli spettacoli più importanti ed emozionanti” firmati da Bruni e De Capitani. Ed è diventato un caso per la risposta entusiasta degli spettatori più giovani – adolescenti o poco più – che l’hanno visto e rivisto, per nulla scoraggiati dall’ambientazione “scolastica”, dagli innumerevoli riferimenti letterari, filosofici e storici, come dall’inconsueto mescolarsi di cultura alta e pop, tra citazioni di film e brani musicali live. Un successo non del tutto inaspettato, se già la versione originale aveva ottenuto sei Tony Award nel 2004 ed era stata trasformata in film nel 2006, sceneggiata dallo stesso Alan Bennett, scrittore ben noto anche in Italia, sebbene poco rappresentato.
La commedia mette in scena un gruppo di adolescenti all’ultimo anno di college, impegnati con gli esami di ammissione all’università. Sono ragazzi molto diversi tra loro ma affiatati: dal leader della classe, il donnaiolo Dakin, al fragilissimo Posner, innamorato – per nulla segretamente – di lui, fino al poco convenzionale Scripps , in crisi spirituale. L’insegnante di inglese, Hector (“irresistibile” Elio De Capitani) e quella di storia, Mrs Lintott (Ida Marinelli), cercano di stimolare la loro curiosità al di là dei percorsi consueti e preconfezionati, infischiandosene del prestigio, delle tradizioni, dei primati e dei punteggio scolastici, mentre il preside (Gabriele Calindri), per buon nome della scuola, li vorrebbe tutti a Oxford o Cambridge.
Si apre così uno scontro che vedrà scendere in campo anche un giovane professore, cinico e ambizioso (Marco Cacciola), incaricato dal preside di dare una “ripulita” allo stile dei ragazzi, renderlo più brillante, “giornalistico” e più spendibile al “supermercato del sapere”, con buona pace della ricerca storica e dei dibattiti di metodologia.