Evento patrocinato dal comune di Padova.
Ingresso gratuito.
- 23 febbraio, “Corna e jella”
Un atto unico imperdibile, liberamente tratto dalla commedia “La patente” e dalla novella “La verità”: davanti a un giudice passa un mondo di superstizione, ingenuità, follia, costrizioni sociali e angosce personali. - 13 aprile, “La signora Morli una e due”
È una commedia in tre atti che deriva dalle novelle «La morta e la viva» (1909) e «Stefano Giogli uno e due» (1910). È stata scritta nel 1920. Fu rappresentata la prima volta a Roma, al Teatro Argentina, il 12 novembre 1920 dalla Compagnia Emma Gramatica e pubblicata da Bemporad, Firenze, nel 1922.
Un doppio affetto, per l’amante e per il marito, può albergare nella stessa persona, fino al punto di farla sentire due persone diverse. Questo particolare aspetto della pirandelliana molteplicità dell’io è la «verità» della commedia La signora Morli, una e due, che non manca certo di un concreto fondamento psicologico e che come tutte le verità praticate oltre le regole sociali e le convenzioni umane, crea profondi contrasti.
La duplicità di sentimenti in cui vive, con totale sincerità Evelina Morli, suscita una vivace contesa fra il marito Ferrante Morli e l’amante, Lello Carpani: entrambi vogliono Evelina tutta per sé, come è nell’ordine delle cose. Ma, intanto, sono proprio loro due a operare la profonda divisione nei suoi affetti, incominciando persino dal nome che scindono a metà: Ferrante la chiama «Eva» e le fa rivivere gli entusiasmi di un amore spensierato e felice; Lello la chiama «Lina» e la proietta in un’atmosfera di tranquilla rispettabilità e di doveri sociali. Così le due personalità della protagonista sono designate da due nomi che sono parti del suo intero nome «Evelina».
- 25 maggio, “Il berretto a sonagli”Questa commedia derivata dalle novelle “La verita’” e “Certi obblighi”, fu rappresentata in lingua italiana per la prima volta a Roma nel 1923. La signora Beatrice Fiorica, gelosa e insoddisfatta, vuole denunciare al delegato Spano’, amico di famiglia, il tradimento del marito, cavalier Fiorica, con la giovane moglie del suo scrivano Ciampa, anziano e a conoscenza dei fatti, che tollera la situazione purché venga salvato il suo “pupo”, cioè la sua rispettabilità e la “faccia”. Inutilmente Ciampa cerca di evitare la denuncia tentando di persuadere la signora Beatrice a girare la corda “seria” quella che fa ragionare ed evita i disastri. Secondo Ciampa portiamo tutti sulla fronte tre corde come d’orologio:”la seria, la civile,la pazza.