
Notte delle Lumere + Mamme Spa
29 Ottobre 2014Una serata a lume di candela.
La tradizione delle “Lumere”, ha origine dagli antichi Celti collegandosi ad antichissime tradizioni contadine: Si tramanda che nella notte di tutti i Santi si usassero costruire figure e maschere con le sembianze di teschi, per esorcizzare l’idea della morte nei giorni in cui il mondo dei vivi entrava in contatto con quello dei defunti .
Ore 20.00 “No vedi Strighe“. Reading a cura di Maria Celeste Carobene e Federica Serpe.
La mappa tematica della serata aiuterà ad immergerci in un viaggio culinario ricco di tradizione, uno studio sul recupero di cibi tradizionali veneti e pugliesi usati nella notte dei morti, dove si usava donarli ai campanari o alle anime dei morti per accoglierli per tenere lontani gli spiriti cattivi o per individuare le streghe.
Menù delle Lumere:
INGRAPIATA DI FAVE E CICORIE
CREMA DI ZUCCA
PATATE DOLCI
CALDARROSTE
MERLOT VENETO O PRIMITIVO DI PUGLIA OLTRE A
TAGLIERI DI SALUMI E FORMAGGI SELEZIONATI VENETI E PUGLIESI
Ore 21.30 – MAMME S.P.A – spettacolo teatrale
con: Giulia Cantone, Caterina Riccomini,Monica Sichel, Daniele Zangara.
regia di: Vittorio Attene
Mamme S.P.A. – Servizio Permanente Affettivo è uno spettacolo che nasce da una necessità di esplorare il mondo delle mamme attraverso un viaggio introspettivo divertente e profondo, drammatico e sconvolgente, che vuole mettere in discussione quel modo di intendere la figura della madre riassunto così bene dal famoso detto “la mamma è sempre la mamma”. Ogni mamma è stata figlia, alcune figlie diventano madri, altre no e l’istinto materno, che si racconta essere dote innata in ogni donna, in realtà innato non lo è affatto. Nelle parole scritte dalle protagoniste che danno vita allo spettacolo, troveremo madri leggere, frivole, terribili, cattive, feroci. Mamme che odiano i propri figli o li amano troppo. Donne private della libertà di essere padrone di sé stesse, derubate del loro tempo ormai passato e perso, sconvolte in un corpo invecchiato di colpo. Madri schiacciate da quel frustrante meccanismo contemporaneo per cui nemmeno un figlio ti deve cambiare, condannate alla ricerca eterna della giovinezza del corpo. Essere mamme è un lavoro difficile, un’esperienza che dura per sempre, un “servizio permanente affettivo” che non concede sconti.