Natalino Balasso in “Dizionario Balasso”

3 Gennaio 2021 By Valentina

C’è un grande libro al centro del palco, al suo interno troviamo oltre duecentocinquanta lemmi incolonnati come in un dizionario. E’ un libro che consulteremo col pubblico, pieno di parole in cerca di definizione. Ma non cercheremo le parole, saranno le parole a trovare noi; il pubblico sarà chiamato a dare qualche indicazione: non indicherà termini ma numeri, i numeri delle pagine e i numeri delle parole disposte in rigoroso disordine alfabetico.

A seconda della parola casualmente trovata, Balasso improvviserà monologhi a partire dalla definizione del lemma.
Il Dizionario Balasso è un corollario al precedente monologo Velodimaya, sulla nostra comprensione del mondo. Ciò che governa questo nuovo monologo è la parola “definizione”, questo termine sarà disinnescato e raccontato perché la definizione è ciò che ci fa vedere il mondo in maniera distorta, che ci fa credere che la Verità sia una sentenza “definitiva”.

La parola porta già nel suo corpo la menzogna perché ogni significato ha confidenza col suo contrario, così che si può estendere a tutti gli umani quel che Don De Lillo scrive nel suo magnifico Cosmopolis: “Mentire è il tuo modo di parlare”.
Nel mondo contemporaneo le parole diventano “tag”, cioè etichettano le cose come si etichettano le mele: una ad una con lo stesso disegno. Il tag è definitivo per definizione, è la modalità tranciante in cui rientra la nostra comprensione della società. Ogni concetto è una scatola chiusa di cui leggiamo solo l’etichetta: il tag. Cosa c’è nella scatola? Perché ci ostiniamo a tenerle chiuse quelle scatole? E’ qui che Balasso si produrrà nell’arte in cui è ormai specializzato: rompere le scatole.