L’ispettore generale

18 Dicembre 2013

Autore Nikolaj Vasil’evic Gogol’
adattamento drammaturgico Damiano Michieletto
scene Paolo Fantin
costumi Carla Teti
disegno luci Alessandro Carletti
regia Damiano Michieletto
con (in ordine alfabetico), Alessandro Albertin, Luca Altavilla, Alberto Fasoli, Emanuele Fortunati, Michele  Maccagno, Fabrizio Matteini, Eleonora Panizzo, Silvia Paoli, Pietro Pilla, Alessandro Riccio, Stefano Scandaletti.
Note di regia
“Guarda queste banconote, sono tutte sporche!”
E’ una battuta detta dal presunto Ispettore generale dopo aver ricevuto i soldi con i quali tutti cercano di corromperlo. Questi soldi sono sporchi: unti di grasso, di terra… forse accartocciati e logori. In un grande testo, vi si accede spesso tramite un piccolo dettaglio, come una piccola chiave che può iniziare a far  cigolare un grande portone. Questa battuta è stata un indizio per aprire la mia immaginazione sui personaggi di Gogol. Chi può avere delle banconote unte?…. Gente che forse un pò sporca lo è… probabilmente non si lavano molto. I personaggi infatti vengono spesso descritti attraverso i loro odori: puzzano di cavolo, di tabacco, e di vodka… E’ una storia che puzza di alcool e di gente ubriaca. L’alcool diventa quasi un concetto che perdura nei cinque atti: usato per calmare la paura, per comunicare la propria virilità, per festeggiare e far baldoria, per annegare la propria depressione. Del resto, qual è la prima cosa che il Sindaco e la sua combriccola fanno nell’accogliere il presunto Ispettore? Lo fanno bere, lo ubriacano. Sfera pubblica e sfera privata si mescolano, si contaminano, si confondono. Non ci sono regole, non ci sono leggi, la violenza è dietro l’angolo, mascherata spesso da bonarietà. Un’umanità gretta e sporca, compressa nella paura per quattro atti e pronta ad esplodere nel finale in una catartica liberazione, raccontata come un’aspirazione al lusso, al divertimento facile, ad un altrove forse ancora più gretto e meschino della loro realtà.
Damiano Michieletto