Io, Fiordipisello

21 Luglio 2014

‘Avevo qualcosa da dirvi di importante…ecco adesso l’ho dimenticata…tornerà.’
Un personaggio non può dire quello che vuole. E se l’autore non gli fa dire niente, anche se lui avrebbe un sacco di cose da dire? Serve forse un nuovo autore per dargli un’altra possibilità.
Ecco allora i sogni dell’ultimo dei folletti per raccontare la storia di un sogno. Quello di una notte di mezza estate. Il tormento e il divertimento di una condizione fantastica, ma anche così tanto reale, di chi forse avrebbe pure qualcosa da dire, se qualcuno gli dicesse cosa. Questa volta a Fiordipisello non mancano le parole, ma gli attori, della storia di cui Fiordipisello, grazie alla parole di Crouch diventa autore ulteriore. Non resta che coinvolgere gli spettatori in un gioco moltiplicato di rappresentazioni e di sogni. Tutto è quello che era, ma è già qualcos’altro di cui non sappiamo ancora nulla.
Quel che resta di una festa (maschere e coriandoli ovunque, tracce di cibo, vino e vomito sul pavimento, echi di musiche ormai lontane) e amori consumati o incomunsumabili sono lo scenario della vertigine del personaggio Fiordipisello, del suo nuovo viaggio di perdizione in una foresta ancora popolata di amanti, attori, folletti e magie.

Da “Sogno di una notte di mezza estate”
di Tim Crouch
traduzione: Pieraldo Girotto
regia: Fabrizio Arcuri
con: Matteo Angius e Fabrizio Arcuri
produzione: Accademia degli artefatti / 2013
debutto: Biennale Teatro di Venezia 2013