Hopera

28 Aprile 2016

Regia e Direzione team coreografico: Federica Galimberti
Team coreografico: Mattia de Virgiliis, Francesco Di Luzio, Federica Galimberti
Musiche: Verdi, Leoncavallo, Rossini, Handel, Mozart
Consulenza musicale: Marco Schiavoni
Costumi: costumi e.d.c.
Disegno luci: Angelo Cioci – s.t.c.t.
Scenografia: Angelo Cioci

Le arie, con raffinatezza ed ironia, con poesia e sorrisi, vengono interpretate e riportate all’oggi per farne apprezzare grandezza ed immortalità. Un tocco delicato, un rispettoso approccio che riavvicina il pubblico a quella ‘grande bellezza’ grazie al gioco ironico e leggero di un linguaggio giovane, nuovo, contaminato, fruibile ma anche prezioso e di contenuto drammaturgico che riesce ad esaltare e dare forma alle arie di Verdi, Leoncavallo, Rossini, Handel, Mozart, autori prolifici di opere eccelse dalle melodie immortali che richiamano anni infuocati di storia e densi di avvenimenti, per creare un’opera unica, ‘HOPERA’, appunto. Uno humor sottile accompagna la leggerezza romantica e sentimentale dell’Opera trascinando lo spettatore in suggestioni impalpabili e paradossali, scaturendo sorriso e divertimento nella fruizione quasi inconsapevole di un patrimonio musicale di grande spessore, apparentemente desueto, ma in realtà attuale e fresco, se saputo leggere ed apprezzare.

Hopera, costruito con una levità coreografica non facile da ottenere, è un fuoco di artificio, che a volte conturba a volte avviluppa lo spettatore nel repentino susseguirsi di scene, atmosfere e situazioni. Il risultato è quel sorriso e quella allegria contagiosa che accomuna grandi e piccoli, che avvicina mondi diversi e lontani nell’approccio ad un patrimonio musicale di grande spessore ma ‘difficile’ ai più. Ancora una volta sono tradizione ed innovazione il binomio vincente caratteristica della Compagnia, capace di elevata qualità senza rinunciare, grazie a questa, ad una preziosa fruibilità del lavoro. Una netta prevalenza maschile nel Cast di HOPERA, anche questa nota caratteristica della Compagnia, che vede solo tre danzatrici e ben sei danzatori.
Performers
molto diversi tra loro per linee, gestualità e fisicità ma del tutto omogenei nella produzione del lavoro corale che armonizza e ne completa il virtuosismo e li rende un tutt’uno molto interessante.