Henry e Jack

22 Novembre 2016 By Elena Bottin

«Mi ha sempre affascinato la figura di Falstaff, e il suo rapporto con il giovane Enrico, per tutti Chicco, il futuro Enrico V. Falstaff è il suo maestro, un saggio, ma un saggio di tipo particolare. “Maestro” e “saggio” evocano in noi immagini precise, ma Falstaff nasce per scardinare tutto questo. Non è un venerabile vecchio sulla cima di una montagna sacra, è un vecchio osceno in un’osteria. Un soldato stanco di guerra, nobile decaduto, ubriacone e rapinatore di pellegrini, non ci andresti a lezione all’university, o all’apericena in centro. È sempre in lotta con tutto : lo stato, il tempo, la morte, il senso di colpa.

Quando Shakespeare menziona Chicco la prima volta, nel Riccardo II, già il ragazzo è fuggito dalla Corte di suo padre, dalla fame di potere e dal senso di colpa che affliggono il padre, per mettersi sotto l’ala di Falstaff nella peggiore Taverna di Londra. E il suo maestro gli insegnerà il carisma, anche troppo bene, il potere del linguaggio, la conoscenza degli uomini.

Un maestro per tutti.
Possiamo insegnare solo quello che siamo: Falstaff è libero, gli eccessi, l’alcool, il sesso, l’anarchia sono i sottoprodotti del suo insegnamento, ma l’origine è nel suo cuore libero.
Un maestro disposto a morire per amore del suo allievo. »

Andrea Pennacchi