“Padova Jazz Festival”: Fabrizio Puglisi – Rinviato

17 Ottobre 2020 By Valentina

La ventitreesima edizione della kermesse padovana “Padova Jazz Festival”, in scena dal 30 ottobre al 22 novembre, sarà un “inno all’Europa”, con un cast artistico proveniente da Gran Bretagna, Belgio, Svezia, Germania e Olanda, oltre a una notevole rappresentanza di musicisti statunitensi che dell’Europa hanno fatto la loro seconda casa… senza dimenticare le stelle del jazz italiano: il programma del Padova Jazz Festival lancia segnali di illuminismo artistico e, ci si augura, anche sociale.
Padova Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Culturale Miles presieduta da Gabriella Piccolo Casiraghi, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova e con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.

In programma questa sera Fabrizio Puglisi con “Guantanamo”. Sul palco Fabrizio Puglisi (piano, Synth ARP), Pasquale Mirra (vibrafono), Luca Valenza (marimba, Tubular Bells ), Davide Lanzarini (contrabbasso), Danilo Mineo (percussioni), William Simone (Batà, percussioni, voce), Gaetano Alfonsi (batteria).

Fabrizio Puglisi è un pianista dalla formazione in parte bolognese e in parte internazionale. È stata l’Olanda, coi suoi grandi alfieri di un jazz ben poco ortodosso, a segnare particolarmente lo stile di Puglisi, che ha assorbito l’indole jazzistica particolarmente libera di Amsterdam, città nella quale ha a lungo risieduto. Suoi compagni di palcoscenico sono stati Tristan Honsinger, Han Bennink, Ernst Glerum, Sean Bergin, Ernst Reijseger. Ma non meno significative sono le sue collaborazioni ‘intercontinentali’: Lester Bowie, Don Moye, David Murray, Hamid Drake, John Zorn, Steve Lacy, Don Byron, Butch Morris, William Parker, Kenny Wheeler, George Russell, Dave Liebman, Enrico Rava. Insomma, quanto di meglio nel campo del jazz dal profilo più modernista.

Al centro della musica del suo gruppo Guantanamo c’è il ritmo. La band si ispira infatti al grande patrimonio della tradizione afro-cubana, con la sua esplosiva varietà di scansioni metriche. Il repertorio affianca temi originali a brani classici di Chucho Valdés, Bud Powell, Emiliano Salvador, Ernesto Lecuona e Lennie Tristano, rivisitati in chiave afro-latina con un tocco di acida psichedelia. Il latin jazz è qui un impasto di poliritmie africane, rumba e son cubano, servito con un sound che fonde tradizione e modernità.