Orchestra di Padova e del Veneto

16 Dicembre 2013

L’evento vedrà protagonista in qualità di violino principale e solista Federico Guglielmo, musicista la cui fama internazionale è confermata dagli apprezzamenti per le esecuzioni dal vivo e dai premi per le numerosissime registrazioni discografiche. Il programma, dedicato al Settecento, si aprirà con il Concerto Grosso in fa maggiore per archi e basso continuo (dalla sonata op. 5 n. 10 di Arcangelo Corelli) del compositore padovano Giovanni Benedetto Platti (1697-1763), considerato un precursore del Romanticismo, e proseguirà con il famosissimo Concerto in re maggiore per violino, archi e continuo RV 212 “per la Solennità della S. Lingua di S. Antonio in Padua” di Antonio Vivaldi (1678-1741). Del violinista bolognese Giuseppe Antonio Brescianello (1690-1758), compositore originale e sapiente, a lungo ignorato in Italia e citato fuggevolmente dagli studiosi stranieri, l’OPV eseguirà la Sinfonia in fa maggiore per archi e continuo op. 1 n. 5. Il veronese Evaristo Felice Dall’Abaco, esponente di primo piano del violinismo tardobarocco italiano, pubblicò sei raccolte di musica strumentale (proprio come Arcangelo Corelli): dall’op. 5 verrà eseguito il Concerto Grosso n. 6 in re maggiore per archi e continuo. Federico Guglielmo, con il suo violino “barocco” di Claude Lebet (La Chaux de fonds, 1995), copia del Guadagnini “Davidoff”, sarà protagonista nel Concerto in fa maggiore per violino, archi e continuo op. 11 n. 5 del compositore trentino (padovano d’adozione) Francesco Antonio Bonporti (1672-1749), riemerso dall’oblio soltanto negli anni Venti del Novecento, grazie alla scoperta che alcuni brani di Johann Sebastian Bach altro non erano se non quattro trascrizioni provenienti dalla sua Opera X, denominate Invenzioni. Essendo un compositore libero da costrizioni istituzionali e commerciali, il suo stile – pur iscrivibile nel genere strumentale settecentesco – si è sviluppato in maniera del tutto personale. Il programma si concluderà con il celebre Concerto “Fatto per la notte di Natale”, tratto dall’Opera n. 6 di Arcangelo Corelli (1653-1713), compositore di cui quest’anno ricorre il trecentesimo anniversario della morte: il brano termina con una commovente Pastorale in cui riaffiorano echi popolari di antiche nenie e strumenti natalizi.