Lezioni di suono: secondo appuntamento
9 Maggio 2016Dopo l’appuntamento del 21 aprile dedicato alle avventurose sperimentazioni stilistiche di Mozart bambino, l’OPV in collaborazione con l’Università di Padova offre alla cittadinanza una seconda lezione-concerto, che si terrà nella splendida cornice della Sala dei Giganti al Liviano.
A condurre il pubblico attraverso i confini delle epoche e delle arti sarà ancora il compositore Salvatore Sciarrino, “cultore d’arte e raffinato pedagogo”, come recita la motivazione del Leone d’Oro per la Musica che gli è stato recentissimamente consegnato. Il programma, in cui l’OPV sarà affiancata dal pianista Alessandro Cesaro, accosta uno dei pochissimi lavori non operistici di Wagner, l’Idillio di Sigfrido, con l’orchestrazione di Sciarrino di Sposalizio di Franz Liszt, brano pianistico ispirato all’omonimo quadro di Raffaello. Orchestrazione che è stata realizzata nel 2015 appositamente per l’OPV.
Questa Lezione di suono è terreno di travasi di significato, di rispecchiamenti e di forte rinnovamento. Il ruolo del compositore come dispensatore di verità è sconfessato; alla sacralità del testo musicale e dei repertori consolidati non viene dato valore. Se il pianoforte romantico di Liszt è quasi non-pianoforte, è già orchestra, anche l’orchestra di Wagner, infarcita di rimandi extramusicali, e quella di Sciarrino, che lumeggia una partitura pianistica, sono quasi non-orchestra. Tutto richiama significati altri, in quell’incontro fra musica e non-musica che così spesso è stato il luogo delle sperimentazioni più fortunate.
Così Liszt si lascia pervadere dalla dolcezza malinconica dell’opera di Raffaello, di per sé già un universo visuale, seguendovi le direttrici oblique dei colori e degli sguardi; ma finisce per usarlo come uno specchio, perdendosi in sé stesso in impazienza di romantico, con furiosi crescendo e accelerando. E, nella sua trascrizione, Sciarrino segue il testo di Liszt ma lo trasfigura con la sua percezione di moderno, evidenziandovi la presenza virtuale di autori successivi come Debussy, Scriabin, Mahler, e rileggendolo in colori e immagini, in un ritorno ciclico alla pittura di Raffaello.
E tutti, alla fine, sono mossi da uno stesso sforzo di rinnovamento artistico e umano: Raffaello verso la “maniera moderna” di cui parlava Vasari, Liszt verso la sua “musica dell’avvenire”, una musica che sa di essere non “separata dalla vita dell’umanità”, ma “in stretta relazione e reciproco scambio con essa”, e Sciarrino verso la rivoluzione copernicana del rapporto fra figure della musica e figure del mondo, verso la musica come “invito alla percezione”. E l’orchestra, un’OPV a sua volta in pieno rinnovamento, si fa luogo di incontri e laboratorio di sperimentazione musicale ed umana.