Le necropoli urbane di Padova romana

19 Maggio 2014 By Elena Bottin

Antenor Quaderni è una Collana di pubblicazioni di archeologia del Dipartimento dei Beni culturali dell’Università di Padova. Diretta da Francesca Ghedini e Irene Favaretto, è nata nel 2002 e giunge con questo volume al suo trentesimo titolo.
Le linee di ricerca che la Collana ospita sono molteplici: studi sulle immagini e sul loro uso come codice di comunicazione non verbale nel mondo antico; ricerche sull’architettura classica nei suoi aspetti tecnici e socio-culturali; la cultura materiale, sotto i punti di vista della produzione e del commercio; il collezionismo di antichità e la continuità della cultura figurativa antica; i moderni temi della legislazione e dell’informatizzazione dei beni culturali. La prospettiva cronologica dei lavori spazia dalla preistoria e protostoria sino al mondo greco e romano e alla ricezione nel mondo moderno e contemporaneo del patrimonio artistico e archeologico, anche nella prospettiva di proporne la fruizione a tutti i livelli. All’interno della collana sono raccolte monografie e volumi miscellanei, frutto non solo di riflessioni e discussioni interne alla scuola padovana, ma anche di momenti di dialogo con altri studiosi a livello nazionale ed internazionale. Ampio spazio è stato dato ai lavori dei tanti giovani studiosi che nel Dipartimento hanno maturato la loro preparazione scientifica apportando nuove interpretazioni e innovative prospettive di studio.
Mercoledì 21 maggio verrà presentato il volume Le necropoli urbane di Padova romana di Cecilia Rossi del Dipartimento dei Beni culturali, Università degli Studi di Padova, edito da Padova University Press. In quell’occasione, verrà illustrata anche la collana di scritti di archeologia Antenor Quaderni, che con il volume in uscita giunge alla trentesima pubblicazione. Saranno presenti all’incontro Francesco Gnesotto, Prorettore Vicario, Giovanna Valenzano, Direttore del Dipartimento dei Beni culturali, Francesca Ghedini, Direttore della Collana, Enrico Berti, Presidente della Padova University Press, Vincenzo Tiné, Soprintendente per i Beni archeologici del Veneto, Stefania Pesavento Mattioli, Coordinatrice della ricerca, Giuseppe Salemi, Direttore della Scuola di Dottorato di Ricerca in Studio e Conservazione dei Beni Archeologici e Architettonici, Roberto Saro, Segretario Generale della Fondazione Cariparo, e Luisa Boldrin, Assessore del Comune di Padova.
Il volume Le necropoli urbane di Padova romana presenta i risultati di un importante lavoro di ricerca sull’antica Patavium: in esso Cecilia Rossi raccoglie le notizie sui numerosi ritrovamenti dell’ultimo trentennio in diverse zone della città, alcuni già oggetto di pubblicazione, molti altri inediti, ricomponendoli in un quadro organico anche dal punto di vista topografico e mettendoli in rapporto con le notizie disponibili già dalla fine del 1800. Di fronte agli unici resti monumentali ancora visibili diventa infatti difficile ricordare che Patavium è stata centro di importanza rilevante come nodo di traffici stradali e fluviali e che la sua popolazione era rinomata per il livello economico raggiunto grazie soprattutto al suo artigianato tessile. Per ricostruire la realtà della Padova romana è quindi fondamentale lo studio accurato delle sue necropoli, le “città dei morti” che caratterizzavano il panorama periurbano disponendosi lungo le direttrici viarie principali e che erano in parte contrassegnate da stele, altari, edicole: i materiali presenti nelle sepolture quali oggetti personali o suppellettili di accompagnamento informano da un lato sullo status dei defunti e sulla loro capacità economica, dall’altro sui diversi momenti e sulle pratiche della ritualità funeraria. Il lavoro di Cecilia Rossi, grazie all’attenta rilettura dei ritrovamenti passati e all’analisi dei nuclei funerari inediti, portati alla luce con scavi diretti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, ha permesso di ricostruire il rapporto cronologico tra le tombe, quello con le direttrici viarie e quello con gli impianti artigianali che nel suburbio, trovavano la loro collocazione in stretta connessione con gli spazi dedicati ai defunti. Inoltre, per la prima volta con questo volume si propone una visione complessiva del suburbio di Padova in epoca romana, nella quale potranno trovare collocazione e comprensione anche nuove scoperte: particolarmente utile a questo scopo è la Carta Archeologica posta in Appendice, che fornisce un esaustivo censimento dei rinvenimenti effettuati al di fuori del limite della città romana. Il volume, che nasce da un progetto finanziato con una borsa di Dottorato di ricerca dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, e che ha visto una attiva collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici del Veneto, è pubblicato con il sostegno finanziario della ZIP (Zona Industriale e Porto fluviale di Padova), della Scuola di Dottorato di Ricerca in Studio e Conservazione dei Beni Archeologici e Architettonici, e del Comune di Padova. La Padova University Press ha pubblicato gli ultimi numeri della Collana, che si configura così come una serie interamente universitaria.