“I Notturni d’Arte” al Battistero del Duomo
1 Agosto 2017Un ospeciale invito dei Notturni d’Arte a visitare alle ore 20.45 il Battistero del Duomo, splendido mausoleo della famiglia carrarese.
La serata sarà arricchita dall’intervento musicale del Duo Quintana formato da Katerina Ghannudi all’arpa barocca e alla voce e Ilaria Fantin all’arciliuto e alla voce, che proporrà “I canti dell’altalena”, concerto di musica antica e di musica tradizionale dal Medioevo al Barocco.
Giunti alla XXXI edizione, i Notturni d’Arte sono prodotti dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Cassa di Risparmio del Veneto.
Le fonti storiche dicono che Fina Buzzaccarini, moglie di Francesco da Carrara il Vecchio, signore di Padova dal 1350 al 1388, fece erigere presso il Duomo una magnifica cappella, scelta come ultima dimora per sé e il marito. A realizzare la decorazione chiamò Giusto de’ Menabuoi, che nel battistero padovano diede forma al proprio capolavoro.
Giusto dipinse la grande cupola con il Paradiso, il tamburo con le storie della Genesi e i pennacchi con gli evangelisti affiancati da profeti. Sulle pareti illustrò episodi della vita di Giovanni Battista, Maria e Cristo. Nell’abside affrescò la cupoletta con la Pentecoste e le pareti con le scene dell’Apocalisse. Sull’altare si trova un grandioso polittico, sempre di mano dell’artista.
Il ciclo pittorico, considerato uno dei più importanti dell’arte italiana del Trecento, riflette non solo il prestigio dei Carraresi, ma anche la temperie culturale e artistica che fece di Padova uno delle maggiori corti del tempo.
Fina è ritratta sulla lunetta che sovrasta la sua perduta arca funebre dove compare genuflessa, a mani giunte, ai piedi della Madonna con il Bambino e abbigliata con vesti di rappresentanza. Fina viene raffigurata anche nella Nascita di Giovanni Battista insieme alle tre figlie e nei Miracoli di Gesù con il marito, Francesco Petrarca e la sorella Anna, che fu badessa del monastero di San Benedetto Vecchio. In particolare nel riquadro con la nascita del Battista vi è una galleria di ritratti di grande suggestione per l’aristocratica bellezza dei volti, la raffinatezza delle acconciature e l’eleganza delle vesti. La presenza dell’immagine di Fina in più affreschi del battistero si giustifica non solo con l’uso trecentesco di attualizzare le scene sacre, ma anche e soprattutto con la destinazione cortigiana della decorazione.
Il 22 settembre 1378 la nobildonna padovana dettò il suo testamento, nel quale dispose di essere sepolta nel battistero e ordinò la creazione di un lascito per la manutenzione dell’edificio.
La nobildonna morì il 4 ottobre 1378 e il suo corpo fu deposto nel battistero con onori funebri sontuosi, certamente pari a quelli dei più illustri rappresentanti dei Carraresi.
Entro il 1378 la decorazione dell’edificio doveva essere completata. Un decennio dopo il marito di Fina sarà costretto alle dimissioni per l’imminente caduta di Padova nelle mani del signore di Milano, Gian Galeazzo Visconti, e finirà prigioniero dell’avversario che lo custodirà in carcere fino alla morte, avvenuta a Monza nel 1393. Richieste dal figlio, le spoglie di Francesco il Vecchio verranno deposte nel battistero, che Fina aveva destinato a loro ultima dimora.