Arte e scienza. Il pensiero estetico e scientifico nella pittura di Attilio Taverna
11 Febbraio 2014Interverranno: Umberto Curi, Professore emerito di Storia della Filosofia, Università di Padova; Marta Dalla Vecchia, Ricercatrice di Fisica, INFN, Assessore del Comune di Padova; Osvaldo Da Pos, Studioso senior, Psicologia della Percezione, Università di Padova; Ernesto L. Francalanci, Docente, IUAV, Facoltà di design e arti, Venezia; Giampaolo Prandstraller, Professore di Sociologia, Università di Bologna; Lamberto Rondoni, Matematico, Politecnico di Torino; Antonio Saggion, Astrofisico, Università di Padova e INFN; l’artista Attilio Taverna.
L’esposizione propone quaranta grandi tele e venticinque disegni rappresentativi dell’originale ricerca speculativa e pittorica che Attilio Taverna (1945) ha sviluppato negli ultimi trent’anni intorno al concetto di forma, in particolare intorno alla natura formale della luce e alla sua possibile visualizzazione, con esiti che gli hanno valso importanti riconoscimenti in ambito estetico e scientifico internazionale.
Attraverso una ricostruzione della forma, basata sui percorsi vettoriali della luce nello spazio-tempo, Taverna approda alla visualizzazione di fenomeni fisici essenziali, come quelli indagati dalla meccanica quantistica e dalla teoria del caos. Le sue opere, di straordinario impatto visivo, insistono, di volta in volta, sulla rottura di simmetria, sulle germinazioni in termini coloristici e luministici delle figure geometriche semplici, sulla trasparenza percettiva, e ancora sulla complessità e sul caos, inteso come creazione infinitamente mutevole di forme, sulla visualizzazione di algoritmi, sulla luminosità aperiodica. Egli attinge alla matematica, alla fisica dei quanti le leggi che attengono alla costituzione della realtà fenomenica, proponendone una visualizzazione attraverso il linguaggio astratto della pittura. Prende forma così nelle sue opere l’immagine dei processi che avvengono nel mondo dell’infinitamente piccolo e che l’occhio naturalmente non vede. Pur avvalendosi della capacità immaginifica dell’autore, queste opere non sono propriamente fantastiche perché rendono percepibile ciò che accade nel momento aurorale di ogni espressione vitale. I suoi quadri catturano lo sguardo del pubblico in una fantasmagoria di traiettorie, onde, riflessi, simultaneità di campi differenti, mostrando, visivamente, come si produca l’insorgenza di una forma, di un fenomeno, a cominciare dall’evento per eccellenza della luce. Gli effetti sono sorprendenti, spiazzanti, mettono in discussione i canoni visivi, sollecitano nuove categorie estetico-interpretative.
La mostra è aperta al pubblico fino al 9 marzo 2014, orario: 10.00 -13.00 / 15.00 – 19.00, chiuso lunedì; ingresso libero.