Profumo de Venezhia

20 Maggio 2016

Il cortometraggio, dal titolo “Profumo de Venezhia”, è nato da un’idea di Alessandra Gonella che ne ha curato la regia ed è stato prodotto grazie al contributo di Andrea Franchin. «Lo spunto per realizzare il cortometraggio mi è venuto circa un anno fa» spiega Alessandra «quando ho finito di leggere il libro “Profumo de Venezhia” di Aldo Durante, che ho trovato per caso in un negozio di Montebelluna. Mi aveva incuriosito il sottotitolo che recitava, come poi anche nel film, “noialtri contadini non ston nè coi Fasisti, nè coi Todeschi, nè coi ‘Mericani, noialtri volon star par conto nostro” e ho subito pensato che si trattasse di uno di quei pamphlet pro-indipendenza veneta, solo una volta letto ho scoperto che si trattava invece di un episodio accaduto veramente a Montebelluna, quello dei Dieci Martiri, ai quali è dedicata anche una piazza, nel luogo dove essi furono fucilati nel 1945». La felicità di aver scoperto qualcosa in più su un avvenimento che riguardava la sua stessa città ha spinto Alessandra a trasformare questo romanzo storico in un cortometraggio liberamente ispirato alla vicenda dei Dieci Martiri. «Mi è piaciuta la storia ricamata attorno» continua la regista «la vicenda del profumo regalato dal Partigiano alla figlia di questi contadini, i battibecchi coi vicini di casa, il chiacchiericcio di paese, il bigottismo, che alla fine si sono rivelati fatali per il destino di questa povera famiglia protagonista. Sono cose con cui ognuno di noi, specie se proveniente da una realtà piccola di paese, può famigliarizzarsi, e perciò ho messo in atto una cosa che a me piace molto fare, reduce da anni di liceo classico: l’analisi del presente attraverso l’analisi storica; si va dal particolare al generale. Io credo che anche una persona che vive dall’altra parte del mondo in un piccolo villaggio possa ritrovare le proprie esperienze nella storia di una famiglia di contadini in provincia di Treviso nel 1945». L’autore Aldo Durante, che ha dato gratuitamente il consenso per poter utilizzare la sua storia, è sempre stato coinvolto: «io ho conosciuto Durante solo in occasione di questo film, prima ne avevo solo sentito parlare, e ho scoperto una persona di una cultura eccezionale, con la quale sono estremamente connessa per il modo riflessivo, umile e creativo di porsi con i problemi del passato e del presente. Secondo me la potenza della storia è fondamentale per la riuscita di un film, indipendentemente dal budget e dai mezzi».
Alessandra studia cinematografia a Londra, i suoi trascorsi indicano una chiara volontà di dedicare la propria vita all’arte. «Sono sempre stata appassionata delle arti sceniche» racconta «ero sempre la prima a buttarmi a recitare, organizzare spettacoli, cantare, ballare, già dalle elementari/medie/liceo e nel tempo libero, per cui quando ho capito che volevo unificare tutte queste cose dando miei messaggi personali e usare tutto il mio tempo e le mie energie per questo, ho capito che volevo dirigere. Il primo corto l’ho fatto a 17 anni sul rapporto tra Eleonora Duse e Asolo (vicino casa mia) dove lei decise di farsi seppellire. Non avevo la più pallida idea di come fare un film a dire il vero, però ho scritto, prodotto e diretto il film, budget circa 50 euro, con dei compagni di liceo che si sono prestati alla mia follia. Anche lì però è rintracciabile la mia volontà di far conoscere la storia e le bellezze del mio territorio, insieme con la mia ossessione per i personaggi femminili, in questo caso una figura tormentata come Eleonora Duse che la maggioranza conosce solo per nome o come amante di D’Annunzio. Non mi vergogno del risultato, anzi, perché credo rappresenti in pieno la mia intraprendenza e la mia testardaggine, ma anche la mia sensibilità per certe tematiche». Alessandra vuole ringraziare tantissime persone per questo film, non solo per le location, ma anche per i costumi, le macchine d’epoca, le divise naziste e i fucili, il catering, i casting. «Quasi quasi mi commuovo se penso che così tante persone si sono mobilitate gratuitamente per prestare i propri oggetti e la propria opera per contribuire a questo film. La cosa mi dà molta speranza, vorrei che tutti sapessero quanto è elettrizzante fare un film e che bella sensazione si prova quando tutti i pezzi del puzzle si incastrano, dopo tanta fatica e tanti rifiuti. Abbiamo ricercato le location nella zona di Sant’Andrea di Montebelluna e abbiamo visto circa 5 case con Andrea Franchin (produttore) e Emiliano Guerra (geometra di professione che nulla ha a che fare con l’industria del film), conoscendo anche i proprietari e le loro storie riguardanti le loro case coloniche. Alla fine abbiamo optato per una casa colonica ben ristrutturata ma che è stata mantenuta con uno stile antico e perciò adatta alla storia e funzionale per lavorarci ben 4 giorni pieni (anche di notte), il cui proprietario Alessandro Rizzotto, non solo ci ha accontentati in ogni nostro bisogno ma ci ha perfino prestato due autovetture d’epoca per girare, visto che lui ne è appassionato. Sono davvero grata. Ci sono state altre due location, una camera da letto al piano terra di un’altra casa colonica a 5 minuti da quella sopra citata e la chiesa di San Biagio a Mercato Vecchio di Montebelluna. Un grandissimo merito di come vedrete il film va alla fotografia oserei dire caravaggesca di Luigi Tadiotto».

Camilla Bottin

alessandragonella