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Giacobbe, insegnante in un’accademia d’arte drammatica a Roma, si trova un altro “io” che compie in sua vece le azioni criminose o rivoluzionarie che egli vorrebbe, ma non sa compiere. Ispirato al romanzo Il sosia di Dostoevskij, è un film in cui c’è un continuo passaggio dalla vita al cinema e viceversa. Sono evidenti gli echi dell’espressionismo: il gioco delle ombre, l’uso della luce, l’abolizione del concetto di spazio tra interni ed esterni, la conformazione dell’inquietante casa-utero, abitata da Giacobbe e dal suo cameriere Petruschka, motivo che sarà ripreso in Ultimo tango a Parigi. Film di contestazione e sulla contestazione, ma anche sull’impotenza rivoluzionaria.
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