



La Chiesa vista dal cinema
Pubblicato il 8 Marzo 2013Ore 20.30. Habemus papam, film del 2011 del regista Nanni Moretti, ha suscitato grande scalpore all’uscita nelle sale e ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali. Il neoeletto papa Melville, ha un violento attacco di panico durante proclamazione dell’avvenuta elezione alla folla di fedeli. Dato che la crisi depressiva non accenna a passare, il collegio cardinalizio decide di chiedere aiuto al noto psicanalista Brezzi che, davanti al collegio stesso, sarà costretto a improvvisare una seduta psicanalitica. Non ottenendo alcun risultato, Melville decide di rivolgersi a una psicanalista esterna, che non conosce la sua identità, e si troverà a scappare dopo la seduta con la stessa. Libero da qualsiasi obbligo Melville vagherà per Roma, incontrando una compagnia di attori che farà rinascere in lui l’antica passione per il teatro. Nel frattempo, in Vaticano, i cadinali che non sanno della fuga del papa devono aspettare che egli si riprenda per poter finalmente uscire dal palazzo dove si è tenuto il conclave: passeranno il tempo tra gare di pallavolo, letture corali della Bibbia e riflessioni con Brezzi, costretto anche lui a stare rinchiuso perchè non renda noto il nome dell’eletto. Il film si concluderà con la suggestiva scena di Melville che davanti alla folla di fedeli annuncierà la sua inadeguatezza e incapacità di assumere l’incarico a lui affidato e, di conseguenza, le sue dimissioni. Un film alquanto attuale che non vuole concentrarsi tanto sulla figura del papa quanto sulle responsabilità che gravano su chi sta al vertice del potere.
Ore 22.15. L’udienza, film del 1972 di Marco Ferreri, è la storia di Amedeo, giovane del nord che vuole assolutamente parlare con il papa, per quanto nessuno sappia cosa voglia dirgli. Visto dalle autorità come un soggetto potenzialmente pericoloso, viene fatto seguire dal commissario Diaz che, per distoglierlo dalle sue intenzioni, gli presenterà la prostituta Aiche. Dal momento che Amedeo non abbandona i suoi propositi ma, anzi, si mette in luce con azioni piuttosto clamorose, viene ricoverato in psichiatria e successivamente internato in un convento per cattolici di idee non abbastanza convenzionali. Solo grazie all’incontro col principe Donati e con un famoso teologo belga avrà qualche speranza di poter incontrare il pontefice. Alla fine del film, abbandonato da tutti, Amedeo muore sotto il colonnato di San Pietro, stroncato da una polmonite. La morte di Amedeo sembra chiudere il caso per il commissario Diaz quand’ecco che un altro giovanotto bussa al portone del Vaticano: vorrebbe parlare con il papa…Ferreri propone una dura critica alla burocrazia vaticana, poco vicina ai fedeli.

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