Cronaca di una passione
8 Dicembre 2016Dopo “Maternity Blues”, Fabrizio Cattani torna con un film coraggioso: struggente e doloroso, toccante e commovente: “Cronaca di una passione” interpretato da Vittorio Viviani e Valeria Ciangottini. Ispirandosi a fatti di cronaca realmente accaduti Cattani entra con estrema delicatezza e rispetto nel vivo di un dramma quanto mai attuale: in un Paese ferito in profondità dalla crisi economica, la tragedia di chi perde tutto strozzato non da volgari usurai ma da uno Stato sordo ed indifferente, che non ha più alcun moto di comprensione e oramai privo di ogni senso di umanità. Come nel suo precedente film Cattani racconta senza pregiudizi, in maniera asciutta, essenziale e con rispetto per il dramma che sta raccontando, le conseguenze di folli atti giudiziari e mala burocrazia che portano gente “semplice” a gesti estremi suggerendo un possibile “concorso di colpa”.
Con l’esigenza precisa di lasciare una traccia, un documento di questa epoca di sfacelo per la piccola e media impresa.
Nella logica della testimonianza, portata e raccolta fra la gente, “Cronaca di una passione” e il suo regista compiranno un vero e proprio tour lungo lo Stivale che partirà dall’autunno per arrivare alla primavera, iniziando dal Nord Est, l’area con la più alta percentuale di suicidi legati alla crisi economica nel periodo 2012-2015 per poi proseguire nel resto del paese.
Il film
Giovanni e Anna sono due coniugi sessantenni che per una vita hanno vissuto insieme, onestamente e dignitosamente. Entrambi lavorano in una trattoria nella cittadina di provincia in cui vivono, un’attività gestita da anni da Anna e della quale ora si occupa anche Giovanni dopo essere stato prematuramente licenziato. Da qualche anno però la crisi ha colpito il paese e il lavoro, Anna non è riuscita a stare al passo, ha accumulato debiti con lo Stato. Oggi sulla sua testa pende una cartella esattoriale molto salata che i due coniugi non sanno come saldare. Finché l’Agenzia di riscossione dei tributi, decide per loro, disponendo il pignoramento forzato della loro casa e la successiva messa all’asta. Da questo momento per Giovanni e Anna comincia un inesorabile calvario che li porterà prima alla perdita della casa, poi dell’attività, poi ancora della loro intimità. Trasferiti in una casa famiglia dai servizi sociali, costretti a vivere separati e in condizioni di degrado, i due coniugi faranno di tutto per ricominciare a vivere. Quando la posta in gioco sarà la dignità, sceglieranno una soluzione estrema.