Offside
13 Marzo 2012Una partita di calcio coagula entusiasmi e contrasti: se fosse una pellicola nostrana parleremmo di un delizioso affresco ritagliato dalla realtà. Ma poiché è l’ultimo film girato da Jafar Panahi prima di cadere sotto la scure del regime di Ahmadinejad, ecco che il quadro acquista ulteriori valenze. Constatiamo infatti che alle donne è vietato entrare nell’Azadi Stadium, dove Iran-Bahrein giocano per la qualifica ai Mondiali 2006. Non rassegnandosi alla discriminazione sei giovani tifose cercano di forzare il blocco, ma dovranno accontentarsi di seguire la gara di sguincio, fra l’eco di grida e applausi. Finché per festeggiare la vittoria la gente invade le strade, accomunando nella gioia maschi e femmine; e chissà quanto avrà inquietato il potere l’immagine di questa folla felice, unita e incontrollabile. (Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa)
Se volete sapere perché i film di Jafar Panahi fanno tanta paura al regime di Teheran non perdete Offside, ultimo lavoro firmato dal grande regista prima di finire agli arresti. Che non è una cupa denuncia di orrori e soprusi, ma una commedia tonica e pungente, dunque capace di far cadere le maschere del potere meglio di tanti film impegnati. Facendo leva per giunta su uno spettacolo popolare come il calcio, dunque sul divertimento, o meglio su quel diritto a divertirsi e a stare insieme che il totalitarismo di Ahmadinejad usa non per unire e pacificare ma per dividere e vigilare. […] È un susseguirsi di situazioni comiche quanto rivelatrici che mettono a nudo contraddizioni e assurdità. […] Fino a quel gran finale che chiude a sorpresa su una nota di speranza. Sappiamo com’è andata a finire poi, almeno per Panahi. Ma sappiamo anche che non può finire così. (Fabio Ferzetti – Il Messaggero)