Tango al Parco delle Arti

14 Luglio 2014 By Elena Bottin

Il tango è sopraggiunto così, una sera di inizio luglio, l’11 per la precisione, nel Parco delle Arti, ovvero nel Parco Europa nella sua versione di contenitore di spettacoli: non c’è ancora la potenza del talento, quello che ti fa mozzare il fiato, ma solo l’impegno di una decina di coppie che, principianti o meno, hanno voluto dare un saggio delle loro abilità sul palco. La serata, preda di quell’indolenza, quell’attesa lenta e amorosa alla Marquez, non ha picchi di emozione: la comparsa in scena dei maestri, Walter Cardozo e Margarita Klurfan regala qualche attimo di sospensione dell’incredulità, con passi che ricordano da vicino il contrasto e l’avvicinamento dei sessi, ma la bravura dell’Orquesta Tango Tinto lascia però qualche spazio morto tra l’intervento dei ballerini (e dei loro allievi) e la musica in sé, isolata dal contesto. Sul palco una decina di tavoli dalle tovaglie rosse fanno da sfondo alle letture dell’attore Vasco Mirandola, vestito per l’occasione di bianco: è bello lasciarsi cullare dalle parole “magiche” ma resta un senso di incompiuto, come se voce, piedi e musica fossero tre cose diverse, tre anime diverse. L’anno precedente il Castello Carrarese, più raccolto, aveva dato un maggiore senso di intimità: presenti solo due coppie di ballerini professionisti e la Tango Spleen Orquestra, più coinvolgente, l’evento era perfetto, di una bellezza da conservare nel cuore in cui la smania di adagiarsi al corpo vicino e ballare era palpabile nell’aria. Stavolta era come se mancasse quella scintilla, quella passione: sicuramente c’erano tanto impegno e tanta voglia di fare da parte dei principianti, alle prime armi con una disciplina, il tango argentino, veramente difficile. L’ensemble Tango Tinto è composta da artisti argentini ed europei di alta formazione: Barbara Varassi Pega (pianoforte), Gerardo Agnese (bandoneon), Vincenzo Albini (violino), Virgilio Monti (contrabbasso) e Ruben Peloni, voce: il loro intervento, intervallato di letture, comprendeva brani dei più noti compositori di tango come Pugliese, Troilo, Gardel, Piazzolla, Arolas, De Caro. Sono bravi, anche se sembravano un po’ “bloccati” in una bolla di sapone: musica e passi di danza, in questa occasione, potevano andare più spesso a braccetto, tanto di materia prima ce n’era a bizzeffe. In ogni caso, come dice Alessio Scotto, “Il tango assomiglia molto alla vita. È un vento che ti scuote da un’emozione a un’altra”: vento ce n’era e pure gente, il Parco Europa si presta bene alla sua funzione di rivalorizzazione della musica (e delle danze) del mondo, sicuramente c’è il desiderio di vedere ancora tango, di sognare un altro passo a due.

Camilla Bottin