Goodbye Mr Holland

9 Febbraio 2014

Il secondo appuntamento del cineforum ‘Musica per gli occhi’ organizzato dall’associazione culturale Novecentonovantanove di Lozzo ha dato il via, in seguito alla proiezione del film ‘Goodbye Mr. Holland’ di Stephen Herek, a un dibattito articolato che ha toccato i temi della «scuola, della passione per l’insegnamento, di ragazzi di talento e ovviamente della musica». Grazie al supporto della moderatrice Elena Gastaldello, coinvolta in esperienze di comunità in cui «l’insegnante di sostegno si è trovato a gestire un rapporto non più di uno a uno ma di tre a uno, con un numero di ore ridotto e tanta meno pazienza, con conseguente danno per i ragazzini», l’incontro ha visto il contributo di tre insegnanti, Daniel Garbin, Antonio detto ‘Toni’ Mazzetti e Cristiano Albertin.
«L’indirizzo musicale – afferma Daniel Garbin, insegnante e musicista – alle scuole medie è ancora molto ridotto a causa della congiuntura economica che stiamo affrontando. Noi docenti, per quanto ci impegniamo a portare avanti progetti con sempre meno fondi a disposizione, non abbiamo mai l’ultima parola nel processo decisionale».
Riportando la sua esperienza di insegnante di sostegno Daniel ha poi spiegato al pubblico, una sessantina di persone attente e interessate, come l’arte sia in grado di mettere allo stesso livello le persone. «Un ragazzino di terza media a cui insegno ha una difficoltà cognitiva che lo porta ad essere al livello di uno di seconda elementare. Però ha una bella voce e quando canta non è diverso da tutti gli altri, anzi, è uno dei più bravi». Nella speranza che queste testimonianze costituiscano un «messaggio rivolto a chi di dovere», Antonio Mazzetti riporta la sua pluriennale esperienza come insegnante di matematica, materia piuttosto ostica: «Ora che è diffusa la cultura dell’ignoranza noi insegnanti dobbiamo lottare contro una mentalità che vede la cultura non tanto come un surplus benefico ma addirittura come un disturbo. La scuola è passata in secondo ordine nella società, bisogna educare anche i genitori». Rispetto a una situazione di vent’anni prima, in cui i «ragazzi, privi di iperstimoli tecnologici, avevano molta più fantasia e rispetto per la cultura», possiamo affermare con certezza di vivere ormai in un’«altra società», più vuota. Chiude poi il dibattito Cristiano Albertin, uno degli insegnanti più giovani a Padova (e dire che ha 38 anni!), che illustra alcuni cambiamenti nell’approccio insegnante – studenti. «Non si potrebbe usare il cellulare in classe pena l’obbligo di posarlo sulla cattedra – afferma – ma i ragazzini di oggi non ti consegnerebbero mai il loro telefono da 800 euro. E in cortile il fumo è vietato, ma piuttosto che rinunciarci preferirebbero pagare un’ammenda. Sono abbastanza ingestibili. In ogni caso, con l’avvento del web, sono diventati anche molto ricettivi e se fai vedere che sai ti portano rispetto. L’insegnante deve mostrare valore, deve essere in grado di trasmettere sapere». Questi docenti sono tanti Mr. Holland che devono trovare il loro spazio di espressione in una società sempre più ostile: il cineforum dell’associazione Novecentonovantanove aiuta a pensare.

A tu per tu con la presidentessa dell’associazione, Elisa Meneghini, che ci illustra le finalità della rassegna cinematografica.

Il tema del cineforum è la musica. Come mai questa scelta?
L’anno scorso, la prima edizione del nostro cineforum ha affrontato il tema della Sostenibilità. Argomento che rappresenta una delle basi della nostra associazione (la nostra ‘mission’ è infatti: diffondere nuove consapevolezze, promuovere la cultura del merito, della legalità, della competenza, del confronto, del “buonsenso” e incentivare nuovi stili di vita che comprendano scelte quotidiane sobrie e sostenibili in grado di migliorare nel tempo la qualità delle nostre vite); abbiamo visto dei documentari molto impegnati ed estremamente interessanti (come Terra Madre di Olmi), ricevendo un buon feedback da parte dei partecipanti. Quest’anno, abbiamo deciso di trattare un argomento non meno importante ma forse più appassionante, coinvolgente ed emozionante, un argomento ‘per tutti’. Sette appuntamenti per sette film che trattano argomenti diversi, ma che sono accomunati dal fil rouge rappresentato dalla Musica. Musica per gli occhi, appunto. Musica come unione di popoli diversi (Train de vie), come persone che si innamorano perché unite dalla passione per la musica (Once, che proietteremo mercoledì 12/02), come passione per l’insegnamento della musica (in Goodbye Mr Holland ecc). Ognuno può dare la propria interpretazione. I film sono presentati dai ragazzi della nostra associazione, con l’intento di dare qualche informazione tecnica sul film e offrire al pubblico spunti di riflessione su cui discutere alla fine del film. Ospiti speciali animano il dibattito finale: mercoledì scorso presenti i Prof. Toni Mazzetti e Cristiano Albertin, il Maestro Daniel Garbin.

Il prossimo appuntamento, mercoledì 12 febbraio, comprende la proiezione del film ‘Once’. Qualche piccola anticipazione? Attorno a quali punti pensate di strutturare il dibattito?
Il prossimo mercoledì vedremo Once, un film-musical davvero molto gradevole, in cui la musica è la base di un legame fra due persone che, le porterà a fare qualcosa che da sole probabilmente non avrebbero mai fatto, registrare in studio. Un’anticipazione sugli ospiti che saranno preseti: come poteva non venirci in
mente una coppia speciale, due persone unite dalla musica? Fanno parte di un famoso gruppo del nostro territorio, i Memphis Experience, che tra l’altro si sono esibiti lo scorso luglio al Porretta Soul Festival: la grande voce soul di Ilaria Mandruzzato, e il sassofonista Alessandro Brasola (che pare ci regaleranno una piccola sorpresa!).

‘Un anno sull’altopiano’ di Lussu diventa un documentario. Cosa puoi dirci della nuova avventura di Cristiano Albertin?
L’ultimo appuntamento del nostro Cineforum sarà dedicato alla visione di uno speciale documentario: L’albero tra le trincee di Alessandro Scillitani, dal libro di Lussu ‘Un anno sull’altopiano’. E alla presentazione del multiprogetto ad esso collegato “Immoi che semus nos”, ideato da Cristiano Albertin con Associazione Culturale Totem e Associazione Culturale Novecentonovantanove. A meno di un anno dal centenario dalla prima guerra mondiale, stiamo organizzando un cammino sulle orme del percorso della Brigata Sassari nell’Altopiano di Asiago, descritto da Lussu nel suo libro a Luglio 2014. Ma non possiamo svelare di più: vi invitiamo ad essere presenti alla serata del 19 Marzo!

Camilla Bottin