Giornata mondiale della lotta alla violenza verso gli anziani

15 Giugno 2018

A livello mondiale dal 4 al 6% delle persone al di sopra dei 60 anni è vittima di violenza e di discriminazione. Per l’Organizzazione mondiale della sanità in Europa almeno 10.000 anziani sono quotidianamente vittime di violenza e circa 8000 persone all’anno muoiano per le conseguenza di tale violenza.

Si ha violenza quando un’azione, o l’omissione di un’azione, è suscettibile di comportare, con grande probabilità, danni fisici o psichici.
In tale contesto non ha importanza se l’azione è compiuta intenzionalmente o meno.

Le manifestazioni di violenza vanno dall’ignorare la persona assistita, dalle urla alle offese rivolte contro la persona assistita, fino a picchiarla, a rinchiuderla, umiliarla, trascurarla, somministrarle dosi eccessive di farmaci e al sottrarle mezzi finanziari.
Nell’ambito dell’assistenza agli anziani, possono rendersi responsabili di violenze gli assistenti, i familiari e altre persone, o anche gli stessi assistiti.
Marco Trabucchi, Professore di neuro psicofarmacologia all’Università Tor Vergata di Roma e Presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria, società scientifica che studia le condizioni di benessere della persona anziana in relazione allo stato di salute somatica, Direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia lancia un appello alle istituzioni e alla società civile: “II 15 giugno si celebra la giornata mondiale contro la violenza verso gli anziani. E’ una tragedia enorme, perché crea dolore e sofferenza in molte persone fragili, riducendo così la loro autonomia vitale. Al di là di statistiche drammatiche, sappiamo che la violenza limita gli spazi delle persone, costrette a rimanere chiuse nelle case, privandosi, ad esempio, della possibilità di fare attività fisica, condizione indispensabile per il benessere, di rifornirsi di cibo fresco, di contattare parenti ed amici per combattere la solitudine. Non si deve poi dimenticare la violenza esercitata nei servizi sanitari e assistenziali, dove talvolta si compiono atti ignobili su persone doppiamente indifese, perché molto anziane ed ammalate. L’impegno di AIP, l’Associazione Italiana di psicogeriatria che presiedo, è tenere gli occhi aperti, con tolleranza zero, in ogni circostanza e in ogni servizio. Non vi è mai alcuna giustificazione, di nessun tipo, per usare violenza anche solo verbale contro gli anziani. Tolleranza, attenzione, dolcezza sono le tre parole che vincono la violenza”