“L’occhio in gioco”, apertura gratuita nelle prime domeniche del mese

4 Novembre 2022

Fondazione Cariparo, per la mostra “L’occhio in Gioco”, allestita in Palazzo del Monte sino al 26 febbraio ’23, sceglie di fare propria l’apertura gratuita nelle prime domeniche del mese proposta dal Ministero della Cultura per i Musei statali.

“Lo abbiamo deciso – rende noto il Presidente della Fondazione Gilberto Muraro – in considerazione del fatto che “L’occhio in gioco” è una mostra nata dalla collaborazione fra Fondazione e Università di Padova, nell’anno di celebrazione dell’ottavo centenario del nostro Ateneo. Renderla accessibile realmente a tutti, studenti e non, almeno una giornata al mese, così come avviene per i musei statali, ci è parsa una scelta opportuna”.
In caso di sovraffollamento, si provvederà ad organizzare accessi scaglionati, onde garantire la perfetta godibilità di una mostra che affascina e stupisce per la ricchezza di opere e di stimoli anche sensoriali.

Ad essere riunite in Palazzo del Monte sono più di 400 opere che spaziano dal Medioevo al contemporaneo.
L’esposizione, concepita secondo una prospettiva internazionale, è dedicata alle ricerche artistiche che nel tempo si sono concentrate sul colore, l’ottica, il movimento, la percezione, articolandosi dal XIII al XX secolo. Una prima sequenza di sale è dedicata al rapporto tra colore, percezione e movimento, con alcuni capisaldi di arte medioevale e moderna, dalle miniature alle prime rappresentazioni della sfera celeste e del mondo, anche in rapporto agli studi sull’ottica di Galileo Galilei, che insegnò all’Università di Padova. Un secondo nucleo significativo è dedicato agli studi tra Settecento e Ottocento su una nuova idea e teoria del colore e del movimento, che avrà ampio sviluppo nel Novecento, anche attraverso media come la fotografia e il cinema. Sono poi presi in considerazione alcuni movimenti più legati alla percezione, che, dalla trattatistica rinascimentale e barocca connessa ai temi dello spazio e della visione, matureranno pienamente nella seconda metà del XX secolo, facendo diventare questi studi, di matrice ottica e sensoriale, centrali per l’arte contemporanea.

Nella città di Galileo, non poteva non trovare spazio la tradizione di studi e sperimentazioni condotte, fin dal 1919, dalla scuola della psicologia della percezione dell’Università degli Studi di Padova.
Ricerche nel campo della visione che hanno avuto uno straordinario impatto innovativo e che, travalicando l’ambito accademico e disciplinare, hanno contribuito a stimolare, a partire dagli anni Sessanta, un ambiente artistico-culturale d’avanguardia proiettando la città di Padova e i suoi artisti sulla scena internazionale.

Questa seconda parte dell’esposizione, sempre allestita a Palazzo del Monte, mette a confronto un’accurata selezione di documenti e studi accademici con le opere del Gruppo N, costituito proprio a Padova da Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi e Manfredo Massironi, e di Marina Apollonio: tutti protagonisti indiscussi della “nuova tendenza” ottico-cinetica. La mostra trova così completezza in un ampio approfondimento monografico che ripropone le opere, gli ambienti e gli allestimenti degli anni Sessanta. Grande rilievo è dato anche alla scuola di psicologia della percezione sviluppata all’interno dell’Università di Padova. Nello specifico, sono approfondite le figure di Cesare Musatti, Fabio Metelli e Gaetano Kanizsa. Ad essere esaminati in mostra sono i principali temi di studio e i rapporti fra la loro ricerca scientifica e quella artistica delle avanguardie ottico-cinetiche.