Giornata delle api
20 Maggio 2021Apicoltori padovani preoccupati: “ci eravamo salvati dalle gelate tardive ma questa eterna primavera perturbata si fa sentire, alimentazione di soccorso negli alveari con sciroppo a base di zucchero”
Maggio piovoso e con temperature al di sotto della media rischia di condizionare la produzione di miele in tutta la nostra provincia. In questi giorni dovrebbe essere in piena fioritura l’acacia, principale varietà per il miele nostrano, ma le continue piogge, le grandinate, il freddo e il vento stanno mettendo a rischio la stagione. Anomalie che Coldiretti Padova registra alla vigilia della giornata mondiale delle api istituita dall’Onu che si festeggia domani 20 maggio a livello planetario.
Nel padovano gli apicoltori sono circa 1.100, in grande maggioranza hobbisti, quest’anno in crescita, accanto ai quali vi sono alcune decine di professionisti che assicurano la produzione del miele padovano. Nella nostra provincia si contano circa 12 mila arnie e una produzione potenziale di circa 4 mila quintali di miele, oltre ai derivati. Un prodotto locale di ottima qualità, assai ricercato e apprezzato dai consumatori, nonostante la concorrenza di miele straniero di qualità nettamente inferiore.
Le sentinelle ambientali con le gelate fuori stagione hanno accusato il colpo e sul territorio si riscontrano difficoltà legate alla stagione pertubata che richiedono interventi straordinari negli alveari per provvedere al nutrimento delle api con sciroppi a base di zucchero. Le api sono sane perché – spiega Coldiretti Padova – gli apicoltori più esperti sanno come prendersi cura degli alveari, costantemente monitorati tutto l’anno con interventi quotidiani, indispensabili proprio in questi momenti critici.
Da Conselve l’apicoltore Paolo Molon ripercorre l’andamento climatico degli ultimi due mesi e in particolare di questi giorni: “Ad inizio primavera c’era stato un buon risveglio con una ripartenza forse un po’ troppo anticipata, visto poi il ritorno del freddo. Dove le api sono andate un po’ in sofferenza alimentare gli apicoltori sono intervenuti con l’alimentazione di soccorso, somministrando sciroppo a base di zucchero. Puntavamo molto sull’acacia, che aveva subito danni circoscritti dalle gelate tardive. Insomma le premesse erano buone ma il meteo ci ha messi in difficoltà in queste ultime settimane: troppa pioggia e soprattutto basse temperature. Questa eterna primavera perturbata ha inciso proprio sulla produttività dei fiori di acacia: con poche ore di sole non si fa nulla, soprattutto le poi le temperature scendono sotto i 10 gradi. Siamo stati costretti a ricorrere agli sciroppi di zucchero per alimentare le nostre api.
Intanto, nonostante le restrizioni, nella nostra provincia registriamo un aumento degli apicoltori per passione, soprattutto fra i giovani che si avvicinano con entusiasmo a questo mondo e partecipano ai corsi, quest’anno rigorosamente on line”.
Sul fronte della biodiversità, ricorda Coldiretti, le api sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. In media una singola ape – precisa la Coldiretti – visita in genere circa 7000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele. 3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni secondo la Fao.
Proprio per tutelare l’apicoltura Coldiretti Padova sta sensibilizzando gli agricoltori diffondendo delle linee guida da seguire in campagna per non ostacolare il lavoro delle api. Si tratta di buone pratiche, come lasciare i terreni a riposo con piante “mellifere”, ideali per l’impollinazione, oppure ridurre al minimo i trattamenti con gli insetticidi e privilegiare le tecniche di lotta guidata integrata e biologica, con prodotti bio come il “bacillus turingensis” e le trappole sessuali. Quanto ai consumatori, Coldiretti Padova mette in guardia contro il rischio dell’invasione di miele “straniero”, spesso di bassa qualità. Il consiglio è di verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti.