Brenta osservato speciale
26 Giugno 2021La quarta tappa della nuova campagna itinerante di Legambiente Veneto “Operazione Fiumi – Esplorare per Custodire” oggi, sabato 26 giugno, ha interessato il Brenta a Limena.
Una campagna per conoscere, curare e valorizzare i corsi d’acqua e le comunità fluviali a partire da una fotografia puntuale di un tratto di fiume e dall’analisi dei dati ufficiali di Arpav. Operazione Fiumi si articola in 8 tappe nei mesi di giugno e luglio ed interessa le principali aste fluviali venete: Adige, Po, Bacchiglione, Brenta, Sile, Piave, Livenza e Fratta Gorzone, dove, in collaborazione con partner quali Comuni, Enti profit e no profit – si organizzano campi di volontariato di prossimità per esplorare i fiumi e scoprire il loro stato di salute.
Le analisi sulle acque del Brenta hanno evidenziato un buono stato di salute generale, ma sono emerse alcune criticità riguardanti la depurazione e le funzionalità geomorfologica ed ecologica del fiume. «In particolare la qualità della depurazione appare mediocre in 2 punti – Vigonovo e Chioggia – dove ci sono alti valori di escherichia coli e un terzo punto – Piove di Sacco – con valori insufficienti e pertanto fuorilegge» spiega Elena Camporese del Team scientifico Operazione Fiumi. Negativi entrambi i punti campionati sui canali Brentella, che preleva le proprie acque dal Brenta, e Piovego che invece si immette nel Brenta, segno di evidenti difficoltà in tutto il bacino. Prendendo come riferimento il limite delle acque balneabili, nessuno degli otto punti campionati rientrerebbe in quei parametri. Pochi i rifiuti individuati, collocati principalmente lungo le sponde. «Problemi per quanto riguarda la funzionalità geomorfologica – prosegue Camporese – che risulta insufficiente in 4 punti sui 6 lungo l’asta del Brenta, anche questo parametro risulta negativo nei canali artificiali Brentella e Piovego, situati in un contesto prevalentemente urbanizzato». Il carico antropico sul Brenta risulta modesto: nei punti campionati è stata rilevata la presenza di qualche opera di attraversamento. Generalmente positivi i parametri chimici, con un trend in peggioramento verso la foce. A settembre saranno disponibili anche i dati di monitoraggio del Glifosate, che saranno restituiti assieme ai risultati complessivi della campagna Operazione Fiumi, prima della conclusione del progetto.
I risultati delle analisi condotte da Legambiente non si discostano dalle analisi condotte da Arpav per il Brenta: nel 2019 le acque del fiume sono state monitorate da 21 stazioni per il monitoraggio della qualità chimica, 4 stazioni per quella biologica e 27 corpi idrici per la valutazione dello stato morfologico dei corsi d’acqua. Questi i risultati: «Lo stato chimico è risultato Buono in tutti i corpi idrici monitorati tranne che nel tratto terminale dell’asta principale, a valle delle connessioni con il fiume Bacchiglione, in cui sono stati rilevati superamenti della concentrazione media annua di PFOS. Tra gli inquinanti specifici sono stati rilevati due superamenti dei valori medi annui previsti dalla normativa per gli erbicidi Nicosulfuron e AMPA, prodotto di degradazione del Glifosate. Nel 60% dei corsi d’acqua monitorati il livello dei nutrienti è risultato Buono o Elevato. La valutazione degli elementi di qualità biologica, diatomee, macrofite e macroinvertebrati, che ha interessato prevalentemente solo corpi idrici di pianura, è risultata sufficiente o scarsa tranne il tratto del fiume Brenta a Fontaniva (PD) che è risultato in stato elevato. Il monitoraggio morfologico ha evidenziato condizioni prevalentemente in stato scadente o moderato».
Di fronte a una situazione generalmente positiva, vi sono elementi che richiedono attenzione. Francesco Tosato, Portavoce della campagna Operazione Fiumi commenta: «Le criticità riscontrate sotto il profilo della depurazione nel fiume Brenta sono un invito a non abbassare la guardia sul fronte qualità delle acque. Il Brenta è un fiume nel complesso pulito e con pochi rifiuti, ma che presenta ugualmente criticità da monitorare, in particolare nei tratti maggiormente urbanizzati come le aree lungo i canali Brentella e Piovego. L’insufficiente funzionalità geomorfologica anche nel tratto padovano dei canali Brentella e Piovego è più di un campanello d’allarme sulla qualità della gestione del corso d’acqua. Non a caso i circoli di Legambiente nel territorio da tempo segnalano continui tagli radicali di vegetazione lungo gli argini che rischiano di compromettere l’ecosistema fluviale» conclude Tosato..
Forte la denuncia che arriva dai territori e che evidenziano in particolare: «la necessità di intervenire sul contenimento del rischio idraulico senza mettere in pericolo la conservazione degli habitat e la piena fruizione delle arginature e dei corsi d’acqua da parte dei cittadini. Serve un approccio multidisciplinare e chiediamo in particolare a Regione Veneto e Genio Civile di aprirsi maggiormente al confronto con Amministrazioni Locali, cittadini e portatori d’interesse, riguardo a modalità e protocolli operativi degli interventi di manutenzione, oggi scarsamente condivisi. In molti parlano del Parco del Brenta, ma pochi lo vogliono istituire ufficialmente. O forse è solo un caso che il Parco del Medio Brenta, precedentemente previsto dal Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC), sia scomparso dal nuovo Piano? Con questo aggiornamento peggiorativo sarà molto più difficile raggiungere questo obiettivo» dichiarano Orio Scanferla, presidente Legambiente Medio Brenta e Franco Sarto, presidente Legambiente Alta Padovana.
Il prossimo appuntamento di “Operazione Fiumi” sarà sabato 3 luglio a Dueville (Vicenza).
La campagna di Legambiente Veneto “Operazione Fiumi – Esplorare per Custodire” è finanziata dalla Regione del Veneto con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.