



I Colli Euganei, un territorio da scoprire
Pubblicato il 21 Aprile 2016Far vivere di persona alla stampa l’esperienza diretta nei luoghi si è rivelata una scelta efficace: nuove idee e spunti per la programmazione turistica del territorio sono emersi nel corso dei vari incontri con le realtà locali.
Presentazione dell’anello ciclabile dei Colli Euganei
Tra i diversi itinerari cicloturistici presenti nel territorio spicca l’anello dei Colli Euganei che per oltre 60 km offre una panoramica privilegiata dell’area comodamente in sella alla propria bicicletta. Il progetto di questo percorso dall’andamento rilassante, da compiere insieme alla propria famiglia, ha avuto origine ancora nel 1994, quando è partita l’idea a un nutrito gruppo di associazioni del territorio euganeo. Dopo varie tappe, tra cui la realizzazione nel 1998 del primo tratto tra Battaglia e Rivella, nel 2000 del tratto tra Rivella e Monselice e alla fine dello stesso anno del tratto tra Monselice e Este, l’anello è stato inaugurato nel 2012 evidenziando fin da subito numerosi vantaggi e criticità. Il percorso, che si snoda tra numerose risorse storico-artistiche del territorio, consente di “viaggiare” in maniera sostenibile, con la possibilità di ristoro e pernottamento nelle strutture ricettive dell’area euganea. Non mancano i collegamenti con altre ciclovie venete, c’è la possibilità di agganciarsi al Cammino di Sant’Antonio che da Battaglia Terme conduce a Padova lungo gli argini di Strada Battaglia o di proseguire lungo l’anello delle città murate, che con quello dei Colli forma un 8 proprio nel punto di Sostegno, a Este. La segnaletica, identificata con la sigla E2, è sempre presente ed è ben definita ma si trova, in alcuni punti, ad attraversare dei percorsi a traffico promiscuo in cui non è stato possibile realizzare ciclabili appositamente pensate per i turisti e ci si trova a dover pedalare in strada, con le macchine di passaggio. L’itinerario può essere percorso sia da esperti che da amatori: la pendenza, infatti, non è mai eccessiva ad eccezione di un unico tratto molto breve. L’anello è strutturato in piste ciclabili pure, a traffico promiscuo (con il limite dei 30 km/h) e, in minima parte, si sviluppa su sentieri bianchi. Si consiglia, quindi, l’utilizzo di mountain bike o delle classiche biciclette da viaggio. Tra i siti storico-culturali importanti che si ha occasione di visitare troviamo l’Abbazia di Praglia, il Castello del Catajo, Villa Selvatico Sartori, la Conca di navigazione fluviale a Battaglia, il castello di Este, Castello Cini a Monselice, il Museo di Cava Bomba, il Museo della Navigazione Interna, Villa Papafava a Rovolon, Villa Lugli Cavalli a Teolo, Villa Pacchierotti a Ca’ Rasi, Villa dei Vescovi a Torreglia e molti altri. Un sito naturalistico che spicca per la particolarità dell’ambiente vegetale e faunistico è il biotopo San Daniele, a Torreglia. Il paesaggio è caratterizzato da montagne di origine vulcanica, di forma quasi perfettamente conica, e da molteplici vie d’acqua che, fino al dopoguerra, costituivano le principali vie di comunicazione tra i piccoli centri abitati. Un altro svantaggio è costituito dal fatto che l’area ricettiva termale (Abano e Montegrotto Terme) viene attraversata solo in minima parte dall’anello, appena 1 km. Si cerca quindi per il futuro di creare nuove sinergie per valorizzare l’integrazione con il turismo termale. Per maggiori informazioni si prega di consultare la guida scritta da Gianni Sandon.
Visita alla cantina dell’azienda Cà Lustra
L’azienda vinicola Ca’ Lustra, che apre lo sguardo sulla valle di Faedo, una delle più integre del Parco Colli, appartiene a Franco Zanovello. Il viticoltore, parlando con i presenti, ha spiegato come per lui «produrre vino nel Parco Colli sia più di un lavoro»: il compito della sua azienda, “lustra” da illustre, è quello di «custodire un irripetibile ambiente di un centinaio di isole nel mezzo dell’affollata pianura padana». In 25 ettari adibiti a vigneto quattro sono i tipi di terreno diversi: «serve la vigna giusta sul terreno giusto» afferma Franco «il vino bianco, ad esempio, lo produciamo in quota perché ci sono poca umidità, terra magra, luce ed escursioni termiche che concretizzano i sapori». Franco e il figlio Marco conducono Ca’ Lustra secondo le pratiche dell’agricoltura biologica, ma al biologico propriamente detto, che implica un atteggiamento passivo (“non uso questo, non faccio quello”), gli Zanovello preferiscono le tecniche biodinamiche che invece puntano, secondo un’antica filosofia e a recenti studi dell’Università di Padova, a un approccio attivo nei confronti della vite. Grazie alla collaborazione con le Università di Padova e di Udine, Ca’ Lustra è un’azienda che fa della coerenza e della preparazione i propri vessilli di battaglia, è impossibile fare un vino veramente eccellente se dietro non c’è un incessante sforzo di ricerca verso la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Un esempio di approccio biodinamico potrebbe essere il sovescio, un’opera multifunzione che «permette l’aumento della materia organica nel terreno, il rallentamento dei fenomeni erosivi e il mantenimento del contenuto di azoto nitrico». Dopo la visita alle cantine, non è mancata la degustazione dei vini dell’azienda, tra cui i “cru” che hanno portato in giro il buon nome di Ca’ Lustra come il moscato secco “A Cengia”, il merlot Sassonero, il cabernet Girapoggio e molti altri.
Casa Marina, centro di educazione naturalistica del Parco
A gestire Casa Marina, il centro di educazione ambientale del Parco Colli, è la cooperativa Terra di Mezzo. Luogo privilegiato per entrare in sintonia con la natura, la storia e le attività dell’uomo, Casa Marina si trova sul versante orientale del Monte Venda a 300 metri di altezza, godendo di un panorama che è tra i più belli della zona, con uno sguardo fino al mare nelle giornate più limpide. La struttura, a disposizione per iniziative individuali, di associazioni, gruppi con fini culturali o sociali, organizza diverse attività, tra cui le famose “cene stellari” con la possibilità di osservare le stelle da un punto di vista privilegiato. Nelle vicinanze c’è un giardino botanico con un’ampia area dedicata alle piante officinali e pannelli espositivi che aiutano nella distinzione delle varie tipologie vegetali. Casa Marina è anche un ostello che dispone di 24 posti letto.
Escursione guidata sul sentiero del Monte Venda
Con partenza da Casa Marina, è stato percorso in compagnia della guida Francesco Loreggian della Cooperativa Terra di Mezzo, un tratto del sentiero che compie un anello intorno al Monte Venda (601 m). Francesco, prendendo in mano il terriccio ai margini del sentiero, ha fatto notare ai presenti la natura argillosa di quel tipo di roccia. È la Marna Euganea, la più recente tra le rocce sedimentarie presenti sui Colli. Il resto del sentiero invece è su terreno vulcanico, dove prevale la Riolite.
Museo del Vino dei Colli Euganei
È di recente inaugurazione il MUVI, ovvero il Museo del Vino Colli Euganei, sito a Vò presso la sede del Consorzio, che ripercorre con pannelli espositivi la storia dei Colli Euganei attraverso la chiave di lettura privilegiata offerta dalla viticoltura. In un territorio attraversato da centinaia di filari in linea dritta, l’origine vulcanica dei Colli si preannuncia alla vista attraverso un manipolo di pendenze che svettano impavide sul mare piatto della Pianura Padana. Chiamandoli “Monti”, secondo l’arcaica denominazione, Sergio Giorato, autore del libro “Pane, ciliegie e vino bianco”, spiega come «nel nome del vino si possano affrontare analisi che attraversano l’intero strato della nostra cultura»: la viticoltura, infatti, racchiude in sé l’essenza di un territorio antico. A proteggere quella che viene definita l’“eccellenza” dei Colli Euganei, viene costituito negli anni Settanta il Consorzio Volontario per la Tutela dei Vini, un organismo che riunisce i viticoltori per «difendersi dagli abusi e dalle sofisticazioni ed attivarsi per la promozione del prodotto». Andrea Gianesini, segretario del Consorzio, nel presentare alla stampa le sale del Museo, ha evidenziato come la struttura si presti ad essere un «vero e proprio biglietto da visita» non solo nei confronti dei “foresti” che si trovano così ad avere le chiavi in mano per entrare dalla porta principale in un territorio unico, ma anche nei confronti dei “locali” che devono così conoscere a fondo le proprie radici e sviluppare una presa di coscienza del valore della propria terra. La vite, da queste parti, rappresenta vita, è stata una storia di famiglie, di lavoro in vigna e in cantina.
Biciclettata lungo l’anello dei Colli versante sud-est con partenza da Torreglia – Laghetto Verde
A fornire le biciclette, per una pedalata assistita lungo la ciclabile dei Colli Euganei dal Laghetto Verde di Torreglia fino all’Abbazia di Praglia, è stata l’azienda Veneto Emotion che si propone di promuovere un progetto di mobilità anticonformista adatta alle persone di tutte le età e condizioni fisiche. Questo è possibile grazie all’utilizzo di innovative e-bike che, grazie a un cambio veloce e semplice, permettono di passare alla modalità elettrica alleviando così la fatica del cicloturista. Per maggiori informazioni: www.venetoemotion.com
Abbazia di Praglia
Entrando all’interno della chiesa abbaziale, dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta, attraverso un’ampia scalinata, ci troviamo di fronte a tre navate e dieci cappelle laterali che danno alla struttura un’aria imponente e solenne. Lanciando lo sguardo in lungo, verso il centro della navata principale, possiamo osservare il catino absidale realizzato nel 1530 da Domenico Campagnola, con la raffigurazione dell’Ascensione del Cristo circondata da una ghirlanda di putti che recano i simboli della passione. Il Cristo in croce, sospeso a fianco dell’altare maggiore, è un’opera pregevole della metà del ‘400 dipinta da entrambi i lati che appartiene alla scuola giottesca padovana. Grande meraviglia sommerge il visitatore anche all’osservazione del coro ligneo che ha trovato l’attuale collocazione solo in seguito al Concilio di Trento, dietro all’altare maggiore: è originale, della metà del ‘500. A guidare chi è di passaggio è sempre uno dei monaci, che mostra con orgoglio le bellezze del monastero, un complesso di circa 13.000 mq che ha vissuto una grande opera di ricostruzione dell’impianto medievale in epoca rinascimentale. Vivere in un’area delimitata da quattro chiostri, che rendono la casa di Dio un paradiso terrestre, è un’esperienza che accomuna una comunità di uomini che hanno deciso di condividere la ricerca del Signore nel solco tracciato dalla Regola di San Benedetto. La visita si conclude poi con un’incursione nel monumentale Refettorio e nella biblioteca antica che conserva ben 100 mila volumi, alcuni di inestimabile valore.
Villa dei Vescovi
Un accordo di collaborazione è stato stretto tra il Fai Villa Vescovi e l’Ente Parco Colli nell’ottica di una promozione del bene storico architettonico della Villa e dell’Area protetta nel suo insieme. Verranno utilizzati congiuntamente i canali tradizionali come stampa, televisione e radio e i social network. Questa novità, assoluta nel territorio euganeo, si articola in azioni di promozione reciproca ma anche e soprattutto azioni progettuali che renderanno possibile la realizzazione di proposte di visita rivolte a molteplici target di utenza, dalle iniziative didattiche fino a quelle escursionistiche e di approfondimento. Villa e Parco diverranno d’ora in poi punti informativi l’uno dell’altro, dove sarà possibile recuperare materiale cartaceo, notizie utili e programmi di eventi organizzati congiuntamente dalle due realtà. «Le esperienze di trekking guidato che offriamo in sinergia con il FAI e il Parco Colli» spiega Francesco Loreggian della Cooperativa Terra di Mezzo «sono esperienze di incontro e di conoscenza del territorio attraverso un approccio “lento” e intenso, talvolta anche faticoso, ma sicuramente appagante. Tra le proposte troviamo itinerari di difficoltà crescente, per tutti i gusti: dalla passeggiata semplice sui rilievi immediatamente a ridosso della Villa al trekking di più giorni con pernotto presso gli ostelli escursionistici del Parco».
L’educational tour si è concluso infine con un pranzo insieme a Luca Callegaro, Presidente del Parco Colli e con il Presidente dell’Associazione Albergatori Termali che hanno analizzato insieme i nuovi trend turistici e le opportunità da cogliere per far sì che il territorio sia in grado di rispondere in maniera adeguata alle esigenze dei cittadini e dei turisti.
Camilla Bottin

Aggiungi un commento