VII Non rubare

1 Dicembre 2011

’Creare un’opera teatrale ha in se la necessità di raccontare, ma anche il sottile sapore di una sfida. La nostra è stata quella di far girare tutto uno spettacolo attorno a un verbo: rubare. E visto che il nostro stile è quello di raccontare storie, un’arte un po’ in disuso nel teatro contemporaneo, siamo andati alla ricerca del soggetto. Chi ruba? In quante forme e per quante ragioni si ruba? Chi non ruba mai, non ruba mai?

 

Ecco che un’infinità di personaggi hanno iniziato a popolare il nostro immaginario. Chi ruba per diaboliche trame, chi beato incosciente. Chi ruba denaro e preziosi, ma c’è anche chi ruba l’amore o la salute, altri le illusioni, la fede o l’innocenza.

 

A questo punto come autori non potevamo che divertirci. Il parallelismo con la realtà che ci circonda lo lasciamo a voi, noi abbiamo pensato al furto perfetto, ingegnoso, il più grande di tutti i tempi, un miliardo di dollari in diamanti. Con una squadra formata da ladri disegnati come dei cartoons, così umanamente assortita che bene o male in uno di questi ci si riconosce. Siamo anche noi delle movie-stars. I capelli non si spiegano mai, suspense a rotta di collo, non ci sono bollette da pagare e c’è sempre benzina nella macchina. Agisci senza preoccupazione perché gli altri sono tutte comparse.
Sullo sfondo il pop-rock dei films action d’oltreoceano, ma anche l’amarezza delle tragicommedie dei maestri di casa nostra.
Una storia dove tutti rubano, non solo i “ladri”.’

 
Matteo Destro