ReligionS – 1° studio
26 Ottobre 2012“Abbiamo scelto la formula dello studio perchè riteniamo che nella creazione di un lavoro teatrale, prima che esso possa giungere ad una sua forma compiuta e definitiva, il confronto con il pubblico sia fondamentale. Quello che il pubblico percepisce e che ritorna criticamente agli artisti, è per noi una fase necessaria nel processo di creazione di un’opera, un’ occasione unica per consolidare i punti di forza dello spettacolo e per capirne, al contempo, quelle criticità che diventano odiosamente invisibili a chi da troppo tempo ci lavora. Religions è un progetto al quale abbiamo cominciato a lavorare nel novembre del 2011 raccogliendo testimonianze e storie di vita vissuta legate al mondo della famiglia, del lavoro, delle interazioni sociali e dei rapporti di coppia; a tutte quelle dinamiche dell’appartenenza che in qualche modo per ritualità, regole e culti potessero essere paragonate a delle vere e proprie religioni (dal latino RE-LIGARE: legare, unire assieme). Una volta raccolte le storie abbiamo cercato di capire attraverso il lavoro attoriale d’improvvisazione come gli effetti provocati da queste appartenenze avessero potuto influire sulla vita e sulla personalità di chi le aveva vissute. Dalla rielaborazione drammaturgica e da svariate improvvisazioni ispirate al materiale raccolto, nasce Religions, una storia di contemporanea normalità dalla quale emergono fortemente i temi della dimenticanza e del senso di colpa come minimo comun denominatore di una serie di esistenze votate all’accettazione sociale. Data l’ispirazione reale e al contempo plurima da cui la drammaturgia trae spunto, Religions, nel bene e nel male, risulta essere un caleidoscopio di esperienze nel quale crediamo chiunque possa, da un lato, riconoscere un frammento della propria normalità e, dall’altro, riflettere su tutto ciò che soggiace al concetto di normalità stessa. Religions, quindi, a dispetto del titolo, non parla di religioni, per lo meno non di quelle che normalmente siamo abituati a definire tali, ma ci piace pensare che, in qualche modo, tra le pieghe delle storie che raccontiamo emerga una sorta di sacralità, intesa ovviamente come prerogativa di ciò che è sacro e quindi altro, diverso da tutto ciò che è ordinario e uniformato, perchè per quanto possa poi cedere a conformismi ed appartenenze, noi preferiamo ricordare che ogni essere umano nasce unico.” Gianmarco Busetto
Con: Alessia Barbiero, Gianmarco Busetto, Debora Slanzi, Enrico
Tavella tecnica: Joey Lake, Enrico
Tavella movimenti scenici: Carola Minincleri
Aiuto regia: Carola Minincleri
Ricerca drammaturgica: Farmacia Zoo:E’
Drammaturgia e regia: Gianmarco Busetto
Gli esseri umani si differenziano dalle altre razze del pianeta per la capacità che hanno di sperimentare lo scorrere del tempo. I delfini, i corvi e i labrador in questo sono quasi simili a noi ma a loro manca il tempo futuro. Essi sono in grado di comprendere i principi di causa ed effetto ma, al contrario di quanto accade agli esseri umani, vivono in un eterno presente. Essi, come d’ tutte le altre specie animali, essere umano escluso, non hanno alcun bisogno che la propria vita diventi una storia. Essi sono tenuti soltanto ad esistere e a sopravvivere. Nel fare questo non provano alcun senso di colpa. Gli esseri umani invece desiderano talmente tanto che la propria vita diventi una storia degna di essere raccontata che finiscono con il perdere tutto il tempo a loro disposizione colpevolizzandosi per il fatto che non lo è mai abbastanza. Religions è: una storia qualunque. 4 persone che vivono una storia qualunque. Cose che riempiono vuoti. consapevolezza.