La locandiera e gli amorosi

14 Novembre 2014

In questo spettacolo, pur rimanendo sostanziali molte parti del dialogo dell’autore veneziano, si rivelano interessanti talune aggiunte, come per esempio le figure delle tre lavandaie: ragazze allegre, maliziose, pronte al canto e ai passi di danza, che sempre s’intromettono nel dialogo, ammiccando alla loro padrona.
I due servitori poi non agiscono soltanto in piccole “pause di respiro”, ma rappresentano una vibrante “trait d’union” tra una Mirandolina divenuta più astuta conduttrice della storia e i tre avventori: il Marchese di Forlimpopoli, il Conte d’Alba Fiorita e il Cavaliere di Ripafratta. Questi arricchiscono il loro “tipo”, la loro “maschera” divenendo, il primo, una macchietta d’uomo ancora più ridicola e impacciata; il secondo un nobilotto cicisbeo e bizzoso; il terzo, un misogino patetico e stravagante, pieno di debolezze e incertezze. “Tutto il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le donne”. La locandiera, corteggiata dai vari clienti, si ripromette di far innamorare il cavaliere di Ripafrattta, nemico delle donne. Lei sfodera tutte le sue doti ammaliatrici finché riesce a sedurlo, ma non lo sposerà. La rassegna teatrale, inserita nel macrocartellone dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Padova RetEventi Cultura Veneto 2014/2015, è promossa dal Comune di Vigonza e organizzata dall’associazione culturale Teatrotergola, per la direzione artistica di Monica Minotto.