Come Polvere Sul Tavolo

21 Aprile 2015 By Elena Bottin

“Come Polvere Sul Tavolo” è uno spettacolo commemorativo del centenario (1915-2015) del genocidio armeno: il primo genocidio del Novecento nonché uno dei più dimenticati, un orrore che Hitler stesso prese a canone per il massacro che serbava nella mente. Il tremendo e sistematico sterminio del popolo armeno nei territori dell’Impero ottomano iniziò la notte del 24 aprile 1915 e durò fino al 1923, causando la morte di oltre un milione e mezzo di persone. I responsabili rimasero pressoché impuniti, i manuali di storia hanno esitato a raccontarlo ed il governo turco lo nega esplicitamente ancora oggi. Per fortuna l’Unione Europea ha finalmente detto una parola definitiva sulla strage, votando una risoluzione contro il negazionismo, mentre Papa Francesco ha parlato alla cristianità e al mondo intero dell’atrocità di quello che è stato a tutti gli effetti il primo genocidio del secolo scorso. Un buio su cui si comincia a fare un po’ di luce.
“Come Polvere Sul Tavolo” è uno spettacolo di due viaggi: il primo è reale, fisico, ed è la summa di tutte quelle “marce della morte” cui furono sottoposti gli armeni in Turchia a partire dal 1915. Il secondo è metaforico, ideale, e si sviluppa attraverso gli accadimenti storici che contraddistinsero il genocidio armeno. Sono due viaggi diversi ma che si muovono con lo stesso sfondo di miseria e desolazione; paralleli tra loro ma che in qualche modo di tanto in tanto si incontrano. Il primo è un drammatico resoconto di fatti e sofferenze che avrà come destinazione la morte. Il secondo cerca di capire il vero significato della parola genocidio e tutte le sue implicazioni e spera di avere come obiettivo finale una piccola, flebile speranza per l’essere umano. Il risultato è un continuo alternarsi, senza soluzione di continuità, di testimonianze dei sopravvissuti, di spiegazioni storiche, di considerazioni a mente fredda sul “Grande Male” (così viene definito il genocidio dagli stessi Armeni) accompagnati dal dolce suono ora leggero, ora malinconico del duduk (il tradizionale strumento musicale in grado di esprimere il suono e l’umore della lingua armena): e nel mentre si approfondisce questa storia, si cerca forse anche di definire in qualche modo, in qualche misura quell’orrendo crimine contro l’umanità che è il genocidio, dove le vite delle persone vengono spazzate via proprio come la polvere sul tavolo… Scritto e diretto da Simone Toffanin. Interpretato da Simone Toffanin e Daniele Ferrari. Musiche dal vivo eseguite al duduk da Aram Ipekdjian.