Cantavamo, cantiamo, canteremo. Canti per l’uguaglianza

13 Marzo 2013 By Redazione

E’ lo stesso Moni Ovadia a presentare la serata: “Il valore del lavoro, i diritti sociali, l’idea di uguaglianza hanno subito negli ultimi anni un’impressionante corrosione. Di più, una demolizione. Perché ? Per tante ragioni. Ma la principale è quella culturale. La sottocultura stracciona del consumo, la virtualizzazione della vita che essa propaganda sono dilagate senza che vi fossero anticorpi ad arginare una tale infezione del senso dell’esistenza e a debellarla. Gli anticorpi contro questa pestilenziale epidemia sono i geni della cultura del lavoro, della giustizia sociale. Ma coloro che dovevano avere cura di quel patrimonio genetico si sono fatti sedurre fino all’ebbrezza dall’estetica miserabile e volgare del facile arricchimento ed hanno scelto di essere ciechi davanti alle nuove servitù che si celavano dietro allo sfavillio delle false promesse del dio mercato, hanno guardato con sarcasmo protervo ed incolto la fonte sempre viva della memoria delle grandi passioni e delle lotte che hanno permesso all’umanità di progredire verso un mondo riscattato dall’oppressione e dallo sfruttamento. Questa memoria è uno strumento indispensabile per l’edificazione di un futuro degno. E questi canti sono stati creati e cantati con questo scopo, e con questa intenzione noi li cantiamo. Sono parte inestimabile dell’eredità che spetta alle future generazioni. Anche loro li canteranno per dire: noi siamo esseri umani titolari di dignità e diritti, non servi del denaro e del consumo”.